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Discoteche chiuse, cancellati concerti e feste in piazza, ma avanti tutta con cene in casa e cenoni al ristorante. Omicron spegne il Capodanno o quasi. O ancora meglio spegne solo le discoteche e le sale da ballo che saranno alla fine le uniche a pagare con la chiusura. Una stretta che ripropone la questione degli indennizzi alle attività economiche più penalizzate da due anni di pandemia. Ne sa qualcosa Valentino Collacciani,il dj Vale Esse, che ha sperimentato sulla sua pelle il peso della disdetta di veglioni ed eventi programmati. Dall’oggi al domani. “Siamo diventati il capro espiatorio del contagio senza un straccio di dato statistico”- sbotta il giovane dj che ricorda come dietro ogni evento c’è una macchina organizzativa, ci sono delle persone che lavorano, che sono state ancora una volta ignorate. Il 2021 è stata un’altra annata nera per i lavoratori dello spettacolo, fatta eccezione per l’estate e la prima parte dell’autunno, come conferma Collacciani. Una tregua che è stata subito spezzata con il divieto di “eventi, feste e concerti che prevedono assembramenti in spazi all’aperto e attività che si svolgono in sale da ballo, discoteche e locali assimilati”. “La discoteca permette di gestire la folla perché si poteva entrare anche con green pass e tampone negativo”- aggiunge Vale S secondo il quale si rischia ora di riempire le piazze e le strutture private con rischio comunque alto di nuovi contagi e focolai. Tra disco samba e Sansuela fino alla satira della nuova variante, “a e i o u Omicron”. L’auspicio per il 2022 è quello di tornare a ravvivare le piazze non con i tamponi ma con grandi eventi. (a.d’a.)

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