SULMONA. Stop alle telefonate nel carcere di Sulmona. Dopo la maxi retata che ha portato circa cento agenti penitenziari a scovare quaranta telefoni dietro le sbarre, il ministero si è deciso ad avanzare l’ipotesi di schermare lo spazio aereo del carcere di via Martiri del Lavoro. La schermatura dell’intera struttura penitenziaria potrebbe avvenire tramite uno jammer (ovvero un disturbatore di frequenze) potente in grado di interrompere qualsiasi segnale di comunicazione etere su tutto il perimetro della Casa di reclusione. L’ipotesi è al vaglio anche dal punto di vista tecnico da parte del ministero e se dovesse andare in porto, permetterà di schermare il carcere impedendo qualsiasi comunicazione con il telefono in entrata e in uscita, nonché bloccare la gestione dei droni che sorvolano la struttura carceraria. Il sospetto infatti è che lo “spaccio” dei telefoni cellulari in carcere sia avvenuto finora tramite i droni, se si pensa che lo scorso 24 aprile i carabinieri della compagnia di Sulmona avevano colto sul fatto due napoletani di 25 e 60 anni.Il provvedimento, però, avrebbe anche un rovescio della medaglia, motivo per il quale si sta ragionando ancora sull’opportunità di attuarlo: la schermatura dello spazio aereo, infatti, impedirebbe anche le comunicazioni interne degli addetti ai lavori. Per intendersi wi-fi e telefoni sarebbero fuori uso anche per la direzione e gli agenti, con evidenti problemi infrastrutturali nei collegamenti ad internet per compiere gli atti d’ufficio. La schermatura va quindi studiata nel dettaglio. Il carcere di Sulmona, in realtà, è stato già oggetto di prima sperimentazione che risale al 2022, dopo i primi rinvenimenti. Sul tetto del carcere era stata infatti posizionata la strumentazione per deviare i droni. Sperimentazione che, secondo il sindacalista, Mauro Nardella, aveva avuto esito positivo. “Dobbiamo insistere su questa direzione. E’ l’unica strada per arginare il fenomeno”- spiega Nardella, soddisfatto anche per l’esito del maxi blitz nel corso del quale, oltre ai 40 dispositivi, sono stati trovati anche cento grammi di hashisc. “Al carcere di Sulmona tira una nuova aria. Una di quelle che rendono orgoglioso un corpo, qual è quello di polizia penitenziaria troppo spesso messo ai margini della mediaticità che conta e che dà linfa aurea a quegli agenti da sempre chiamati a svolgere uno dei mestieri più complicati e difficili che vi siano”- sottolinea Nardella. Il report che arriva dal penitenziario peligno resta comunque significativo. Da gennaio ad oggi sono 110 i telefoni cellulari introdotti nel carcere di Sulmona e intercettati dagli agenti penitenziari nel corso dei controlli periodici. Il sequestro più importante, che non ha precedenti in Abruzzo, risale all’altro giorno con 40 telefoni trovati nel corso della retata. A fine ottobre ne erano stati scoperti altri dieci, nelle mani di altrettanti detenuti. La scorsa estate altri due dispositivi erano stati scovati nelle docce della struttura penitenziaria mentre a febbraio scorso, in un sacco trovato nel campo sportivo, erano stati sequestrati otto telefoni cellulari e duecento grammi di hashisc. I primi sequestri risalgono al 2022 quando era scattata l’inchiesta della procura di Sulmona che, lo scorso anno, aveva portato all’arresto di Massimo De Santis, poliziotto penitenziario di 53anni, accusato di aver spacciato tre telefoni ai detenuti. Reato per il quale recentemente ha patteggiato la pena di due anni di reclusione.