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SULMONA – “Avvierò da oggi gli incontri con i singoli consiglieri comunali per aprire un dialogo con tutti i componenti dell’assise, partendo dalle forze di minoranza, finalizzati a verificare le condizioni di un superamento della crisi politica, che si è aperta ufficialmente con le dimissioni degli assessori espressione dei gruppi consiliari che fanno riferimento a Gerosolimo e Di Masci. Chiederò ai consiglieri di riflettere non come politici, ma come amministratori per portare a termine questo mandato con alto senso di responsabilità e amore per Sulmona, nell’esclusivo interesse della città”. L’ultimo appello arriva dal sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, che ha aperto ufficialmente le consultazioni a Palazzo San Francesco, come aveva anticipato nei giorni scorsi, per tentare di costruire una nuova maggioranza. La Casini, in versione Mattarella, presenta l’elenco degli obiettivi da centrare a brevissimo: realizzazione delle opere finanziate dai Fondi Fesr (scadenza fine 2020) per la riqualificazione dell’area celestiniana e l’acquisizione dell’ex Campo78; realizzazione del cartellone unico turistico della Valle Peligna, da concludere a primavera come da programma; candidature su progetti europei e avvio dell’Ufficio Unico di Progettazione della Valle Peligna; conclusione di tutte le azioni per approvare e rendere operativo il Piano di Protezione Civile appena aggiornato, ma ancora da approvare in Consiglio comunale. “E’ su queste problematiche e su questa emergenza amministrativa che chiederò al Consiglio di riflettere” conclude il sindaco “non dal punto di vista politico ma amministrativo, per portare a termine questo mandato secondo scadenza naturale, con alto senso di responsabilità, nell’esclusivo interesse della città“. Il sindaco rimette quindi la palla al centro anche se conosce bene le regole del gioco. L’ennesima crisi esplosa fa riferimento sicuramente alla revoca dell’appoggio del consigliere Di Masci ma dietro c’è il fallimento dell’originaria coalizione civica “Noi per Sulmona”. D’altronde un sindaco che è stato eletto con quasi settemila voti non dovrebbe aver bisogno dell’appoggio del suo avversario politico, poi divenuto alleato, per amministrare. Su una cosa il sindaco probabilmente ha ragione: l’uomo di strada non riesce a cogliere i motivi della crisi. Le famose liste già pronte del gruppo gerosolimiano e la voglia di tornare al voto, almeno per qualcuno, sembrano la spiegazione più plausibile. Ma in politica si sa che la ruota gira. Per la stessa e assurda “legge della politica” che portò i primi assessori a “sacrificarsi” sul tavolo delle trattative, oggi è la Casini ad essere messa alla porta. Il sindaco richiama tutti alla responsabilità. Nelle ultime ore si è appreso che la consigliera della Lega, Roberta Salvati, non siederà sul tavolo delle consultazioni e potrebbe essere spinta alle dimissioni dal suo partito. Italia Viva, con il capogruppo Fabio Pingue, ascolterà la Casini e deciderà il da farsi. Sbic, con Maurizio Balassone, chiede alla ex maggioranza di dimettersi per sventolare bandiera bianca in linea con un percorso che ha portato alle dimissioni di quattro assessori. La consigliera comunale, Elisabetta Bianchi, suona la sveglia al centrodestra per la “convocazione della riunione della coalizione alla presenza dei consiglieri comunali di area al fine di determinare i tempi, modi e contenuti del percorso che ci attende”. Il voto quindi sembra la strada più percorribile fra paure e invocazioni. Sempre che le elezioni in Emilia Romagna non portino alla caduta del governo e, solo in quel caso, i civici e i dimasciani potrebbero fare un passo indietro per evitare l’election day. Tattiche e mosse che sicuramente possono far rabbrividire i cittadini ma non chi ha fatto parte del gioco fin dall’inizio.

Andrea D’Aurelio

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