
Si conclude con sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto, il processo a carico di un 65enne di Villetta Barrea, accusato di ricettazione. La decisione è stata pronunciata dal giudice del Tribunale di Sulmona, Irene Giamminonni, che ha stabilito che non vi fossero prove sufficienti a dimostrare la responsabilità dell’imputato, in merito al possesso di una fototrappola di proprietà dell’ente Pnalm. L’indagine nasce dal ritrovamento di un cavallo ucciso a colpi d’arma da fuoco. Episodio che ha portato i carabinieri forestali a eseguire una serie di perquisizioni nelle abitazioni di persone in possesso di armi. Durante i controlli effettuati nella casa del 65enne, le autorità hanno rinvenuto cartucce di vario calibro e una pistola, regolarmente denunciati. Tuttavia, è stata riscontrata una irregolarità nella conservazione dell’arma, che si trovava in cucina, mentre alcune munizioni erano riposte in camera da letto, senza l’adozione di misure di sicurezza adeguate. L’elemento principale su cui si è basata la difesa, sostenuta dall’avvocatessa Gaetana Di Ianni, riguarda la fototrappola ritrovata in un locale adibito a rimessa, che risultava di libero accesso non solo ai familiari, ma anche a persone estranee, tra cui operai. Secondo il giudice, non è stata raggiunta la prova che l’imputato abbia ricevuto la fototrappola, che peraltro era non funzionante, in quanto priva di scheda Usb. A favore dell’imputato, anche il fatto che dal 2017 non era più in possesso del porto d’armi uso caccia, rendendo improbabile la necessità di una fototrappola per attività venatorie. Questo elemento, ha rafforzato la tesi difensiva secondo cui il 65enne non avrebbe avuto alcun interesse a detenere il dispositivo. Gli altri capi di imputazione relativi al possesso e alla conservazione delle armi, sono stati estinti per oblazione.