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SULMONA – Centinaia di cinghiali distruggono i raccolti e gli agricoltori rinunciano alla coltivazione del mais, l’elemento principale per la tenuta delle stalle. Accade in Valle Peligna dove la coop Raiano ha dovuto soprassedere alla coltivazione di 30-40 ettari di mais all’anno visti i danni perpetrati dai cinghiali e dalla fauna selvatica. Si sono aperti tavoli di confronto e si studiano misure di risarcimento ma la verità vera è che gli agricoltori sono in ginocchio. “Nessuno fa niente e non abbiamo ricevuto nemmeno un soldo”- interviene Fausto Ruscitti di Terra Antica- ricordando che il Governatore-senatore Luciano D’Alfonso stava addirittura pensando a impiegare l’esercito. “Non abbiamo l’anello al naso e i politici la devono smettere di prenderci in giro”- ha concluso Ruscitti mentre il Presidente del Gal Abruzzo Italico Vincenzo Margiotta, che si occupa anche della coop Raiano, rincara la dose spiegando che “si tratta di un problema mai risolto”. “Pur essendo agricoltori del posto siamo ora costretti ad acquistare il mais altrove”- fa notare l’avvocato come a dire che ci si riempie tanto la bocca sulla valorizzazione e l’uso dei prodotti tipici ma poi gli interventi concreti non arrivano. Gli agricoltori sono sul piede di guerra e si stanno organizzando in una class action contro l’assessorato regionale all’agricoltura per il mancato arrivo dei contributi per le aziende biologiche negli ultimi tre anni e per i fondi del Psr dirottati altrove e non spesi interamente.

Andrea D’Aurelio

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