SULMONA – Predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione, comprensibile anche per i clienti di altra nazionalità , sia mediante l’ausilio di apposita segnaletica e cartellonistica e/o sistemi audio-video, sia ricorrendo a eventuale personale addetto; riorganizzare gli spazi e la dislocazione delle apparecchiature per garantire l’accesso in modo ordinato, al fine di evitare assembramenti di persone e di assicurare il mantenimento di almeno un metro di separazione tra gli utenti; impedire se necessario l’accesso al locale con una temperatura corporea oltre i 37,5 °C. Non vi è invece l’obbligo di mascherina per i clienti che devono necessariamente indossarla solo nelle situazioni in cui non è possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro. Sono alcune delle misure per i centri scommessi che da oggi sono ripartiti dopo i cento lunghi giorni di lockdown. Dalla protesta romana si torna a lavoro con tutte le conseguenze del caso per il prolungato blocco che preoccupa e non poco i piccoli imprenditori. “Il difficile arriva proprio adesso. Le spese che sosteniamo sono sempre le stesse e gli incassi, lo vedremo soprattutto fra tre mesi, non sono quelli ai quali siamo abituatiâ€- interviene il sulmonese Alessandro Di Prata. Il settore in Italia dà lavoro a circa 150 mila persone e rimettersi in carreggiata, dopo cento giorni di stop, non sarà cosa facile.
Andrea D’Aurelio