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SULMONA – Entro lunedì tutti i richiedenti asilo dovranno essere trasferiti. Lo ha disposto la Prefettura dell’Aquila dopo la nota arrivata dall’Asp numero due della provincia dell’Aquila che ha fatto eseguire una perizia sulla struttura. L’esame ha rilevato che “le verifiche di sicurezza non risultano soddisfatte poiché il coefficiente di sicurezza è inferiore all’unità per ciascun caso analizzato”. Da qui la richiesta del Presidente Armando Valeri che ha chiesto e ottenuto il trasferimento dei 24 richiedenti asilo che andranno negli altri centri di accoglienza della provincia (Avezzano, Alfedena, Civita D’Antino e Roccacinquemiglia). Un passaggio che fa perdere almeno undici posti di lavoro fra mediatori ed altre figure professionali. Ma l’episodio ha scatenato una serie di reazioni. Il primo a farsi sentire è stato il coordinatore di Italica Alberto Di Giandomenico che ricorda che il centro migranti dell’Annunziata è stato chiuso, aprile 2016, dai carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni (Nas) di Pescara e non solo per il sovraffollamento e i problemi igienico-sanitari, ma per carenze strutturali nell’immobile riaperto però appena 2 mesi dal bliz dei Nas rimarcando che “pretendere trasparenza, secondo i principi dettati dalla legge italiana, è sacrosanto su un affare che muove a compassione solo chi ci guadagna”. Per il referente di CasaPund è “necessaria una generale revisione dei contratti per la gestione dell’accoglienza degli immigrati in città ed altrove, essendo ormai chiaro come l’accoglienza sia un vero e proprio business che presenta palesi zone d’ombra ed il cui costo, non solo economico ma anche sociale, viene fatto ricadere sui cittadini”. In chiosa si rivede anche l’ex Presidente dell’ex Casa Santa Dario Recubini che non si sofferma sulla decisione di far trasferire i migranti, facendo capire però che il suo operato all’intero dell’ente non è stato dannoso. “Fermi tutto ognuno il suo”- dichiara Recubini- ricordando che la razionalizzazione del personale ha permesso all’ente di risparmiare le spese e di risollevare lo stato economico dell’ex Casa Santa.

Andrea D’Aurelio

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