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Sulla situazione preoccupante della sanità privata interviene la Cgil Fp nella persona di Daniele Leone, con una nota: “Dopo la prima fase emergenziale da Covid 19 ricordiamo tutti le dichiarazioni mai più emergenza covid nelle RSA.  Invece, ecco di nuovo l’allarme RSA. Dal nord al centro fino al Sud il nemico silenzioso è rientrato con prepotenza   nelle residenze sanitarie assistenziali che, come dicevo sono già state teatro nella prima fase emergenziale, quella che è stata definita la strage degli invisibili. Oggi si parla nuovamente di molti contagi e dei primi decessi di anziani nelle RSA. A questo punto la riflessione che mi viene da fare è che dopo quei cori di “mai più”, probabilmente non è stato dato seguito a tutte quelle azioni necessarie a fronteggiare la seconda ondata, ampiamente prevista, con la conseguenza che oggi si ripropone  l’emergenza nelle RSA e a questo punto si rende necessario intensificare gli sforzi per proteggere gli anziani, perché ormai di giorno in giorno si moltiplicano i focolai, anche nella nostra regione Abruzzo dove si segnalano  contagi nelle RSA,  il  Don Orione di Avezzano (L’Aquila) e il San Vitale di San Salvo (Chieti) e nei prossimi giorni o settimane  se non si interviene  la lista si potrebbe allungare. La nuova Ordinanza del Presidente per le Rsa riporta: “L’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite (Rsa), strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione”.

In questo modo tutto è affidato alle singole direzioni sanitarie delle strutture, sia pubbliche che private. Come coordinatore regionale della CGIL FP Sanità privata convenzionata mi aspetto interventi precisi e dedicati alle RSA. In particolare, mi attendo misure specifiche e puntuali per il controllo periodico dei dipendenti, attraverso un piano di effettuazione di tamponi a brevi intervalli; l’organizzazione di squadre di operatori sanitari (infermieri ed OSS) pronti a intervenire in sostituzione degli operatori assenti per malattia o perché posti in quarantena; un’attività prioritaria per la copertura vaccinale del personale e degli ospiti; un piano di formazione ben articolato e infine un supporto concreto, in termini di contributo economico a rimborso parziale per le rsa, ra, cssa, case di cura centri di riabilitazione, centri psichiatrici centri socio sanitarie, dei maggiori costi sostenuti per assumere personale, per ampliare in questa fase emergenziale le dotazioni organiche e  prevedere la distribuzione dei  DPI, e quanto necessario.

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