
Ancora una volta, i lavoratori e le lavoratrici della ASL1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila si trovano a subire le conseguenze di una gestione che li penalizza. Il personale impiegato nei servizi di sterilizzazione, nella conduzione dei mezzi del 118 e nel magazzino per la farmacia rischia di non ricevere lo stipendio del mese corrente. Questo perché le aziende che forniscono questi servizi lamentano il mancato pagamento da parte della ASL1 per le prestazioni già effettuate, trovandosi nell’impossibilità di retribuire i propri dipendenti. Non è la prima volta che accade. Già in passato, servizi essenziali come la manutenzione e la pulizia hanno subito problematiche simili. In alcuni casi, la ASL1 aveva persino smesso di inviare gli ordinativi necessari per l’emissione delle fatture, aggravando ulteriormente la situazione. Questa condotta non mette a rischio solo il diritto al lavoro e allo stipendio per chi opera nei servizi sanitari, ma anche la qualità stessa dell’assistenza fornita alla collettività. Se il personale impiegato nei servizi di supporto non viene retribuito, il rischio è quello di una paralisi che coinvolge l’intero sistema sanitario locale. Se non ci sono giustificazioni valide per questa gestione, appare evidente che la ASL1 stia cercando di ridurre i costi senza considerare le conseguenze sociali e legali. Il mancato pagamento degli stipendi non solo espone l’azienda sanitaria a possibili contenziosi, ma rappresenta un vero e proprio allarme sociale, mettendo in crisi lavoratori, lavoratrici e le loro famiglie. Questa situazione conferma l’urgenza di un cambiamento radicale. La gestione di servizi fondamentali attraverso continui cambi di appalto ha dimostrato i suoi limiti. È necessario internalizzare i servizi essenziali – come pulizia, manutenzione, mensa, sterilizzazione, magazzino per la farmacia, CUP e supporto amministrativo – per garantire una maggiore stabilità lavorativa e un servizio efficiente per i cittadini. L’internalizzazione permetterebbe di ridurre i costi eliminando gli sprechi legati agli appalti, assicurando che i fondi destinati ai servizi pubblici vengano utilizzati direttamente per il loro miglioramento e per la tutela del personale impiegato. Di fronte a questa situazione, la CGIL e la Filcams CGIL L’Aquila non resteranno in silenzio. Nelle prossime ore verrà proclamato lo stato di agitazione del personale, con l’obiettivo di difendere i posti di lavoro, i salari e la qualità dei servizi sanitari. La nostra battaglia non è solo per i lavoratori coinvolti in questa emergenza, ma per garantire che situazioni simili non si ripetano in futuro. Il diritto al lavoro, a uno stipendio dignitoso e a servizi pubblici efficienti deve tornare al centro del dibattito politico. È tempo di mettere fine alla precarietà occupazionale e di costruire un sistema sanitario solido, basato sulla sicurezza e sulla stabilità per chi lavora e per chi ne usufruisce.