banner
banner

SULMONA – Prima l’infortunio in casa e poi l’inspiegabile contagio da Coronavirus. Due mesi e mezzo di “reclusione” in casa tra cui le ultime tre settimane trascorse in isolamento nella sua stanza per paura di contagiare i suoi familiari conviventi che sono risultati tutti negativi. Quando ieri è arrivata la telefonata del call center della Asl ha fatto i salti di gioia. La curiosa e per certi versi strana vicenda vede protagonista un 20 enne di Sulmona che ieri si è liberato della sorveglianza attiva dopo l’esito negativo del tampone. L’emozione è palpabile tant’è che il ragazzo non è riuscito a contenere l’entusiasmo. Non gli sembra vero. Uscire da quella cameretta che negli ultimi giorni era diventato il suo mondo, mettere il piede fuori dalla casa e recarsi in ospedale per curare la sua ferita al piede, dovuta a una grave ustione, è già qualcosa. “Si è fatto curare quella scottatura dalla madre attraverso l’ausilio del medico curante pur di limitare gli spostamenti e non uscire di casa”- racconta un familiare- “quando poi si è recato in ospedale per i necessari accertamenti, visto che non poggiava più il piede per terra, è risultato positivo al tampone svolto nell’ospedale di Popoli. Continuiamo a domandarci dove e come si è contagiato”. Insomma il contagio resta avvolto nel mistero. Quello che conta però per i familiari è che il giovane ha superato il brutto momento e si può curare regolarmente per riprendersi anche da quell’infortunio tutt’altro che banale. Le peripezie, nel frattempo, non sono mancate: due mesi chiuso in casa, tre settimane in camera per paura di passare il virus alla madre diabetica che ha perso pure il lavoro. Ricominciare insomma non sarà facile. Ma il 20 enne e i suoi più stretti familiari continuano a sperare che gli anni più belli sono quelli che devono venire. Nonostante tutto. Una storia particolare segnata da un lato dalla sorte avversa e dall’altro dalla piena responsabilità di un giovane che ha osservato regole e prescrizioni pur di uscire il più rapidamente possibile dalla “prigione” della quarantena. Ora se non altro potrà curarsi e tornare a vivere.

Andrea D’Aurelio

Lascia un commento