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L’AQUILA. Le clausole della fideiussione violano la normativa antitrust e il cliente della banca vince in Tribunale. La Corte D’Appello dell’Aquila ha dichiarato, nei giorni scorsi, la decadenza dell’azione, di un istituto di credito nei confronti di un imprenditore di Sulmona di circa 70 anni che aveva garantito il pagamento di 100 mila euro, da parte della società di cui era socio. I giudici aquilani, recependo la linea difensiva dell’avvocato, Andrea Lucci, hanno accertato la nullità parziale di alcune clausole della fideiussione, ritenute contrarie alla normativa antitrust. Nello specifico, come stabilito dalla Cassazione, qualora nel contratto di fideiussione siano riprodotte le tre clausole dichiarate nulle dalla Banca d’Italia, prevale il “principio di conservazione” degli atti negoziali. Quindi, il contratto di fideiussione è nullo. La Corte d’Appello, nel caso specifico, ha accolto la domanda dell’imprenditore sulmonese che aveva avuto ragione pure davanti al Tribunale di Sulmona, sebbene con diversa motivazione. La banca è stata quindi condannata al pagamento delle spese di lite per circa 10 mila euro

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