
SULMONA. Mancanza di controllo della società, criticità nella gestione e morosità ancora da sanare con il rischio di un danno erariale. E’ la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti a suonare la sveglia, ancora una volta, per le sorti del Cogesa, la partecipata peligna che si occupa del servizio rifiuti, attraverso la deliberazione finita sul tavolo dei Comuni soci, della procura regionale contabile e del giudice delegato del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, chiamare a tenere d’occhio lo stato di risanamento della società. I giudici contabili, dopo aver esaminato le condizioni della partecipata e l’attuazione del piano di ristrutturazione del debito, hanno accertato significative criticità riguardo al “persistente mancato esercizio di un effettivo controllo analogo da parte dei comuni soci”. Rilievi che erano stati già mossi dalla Corte dei Conti nel 2023 con l’indagine su un possibile danno erariale che non è ancora conclusa. E’ stata inoltre accertata “la permanenza di elementi di criticità nella gestione della società, per quanto attiene al rispetto della disciplina di finanza pubblica e di trasparenza di riferimento”. La Corte dei Conti ha rilevato inoltre fattori di rischio anche per il servizio di raccolta rifiuti e una “persistente sussistenza di una grave incertezza nella definizione dei rapporti finanziari di debito-credito tra società e soci incompatibile con il controllo analogo, stante peraltro il contenzioso in essere/in fase di avvio, con conseguenti profili di possibile responsabilità erariale”. Nello specifico, la sezione ha evidenziato “l’omesso pieno esercizio dei propri poteri/doveri da parte dei soci pubblici riveste maggior gravità nell’attuale fase di attuazione del piano di risanamento della società, considerato che lo stesso si fonda, in modo significativo, anche sulla definizione dei rapporti credito/debito con i soci stessi”. Sono 66 i comuni finiti nella lista nera del Cogesa. Pochi quelli che hanno saldato il debito.