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SULMONA – Sono accusati  a vario titolo di usura e di estorsione, di aver minacciato le vittime di essere gambizzate, istituendo in alcuni casi anche la “tassa sul ritardo” da 2 mila euro al mese. Sotto la lente della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere sono finiti anche due uomini di etnia rom, un 37 enne di Sulmona e  un 55 enne di Castel Di Sangro, su un totale di sei imputati finiti sotto processo. La prima udienza è stata celebrata nei giorni scorsi. Secondo i magistrati gli imputati, approfittando dello stato di indigenza delle loro vittime avrebbero riscosso dalle stesse, somme ‘prestate’ omnicomprensive di tassi usurari pari al 50% da corrispondere entro un mese con l’applicazione di una mora per ogni mese di ritardo pari a 2000 euro. Nello specifico, per quanto riguarda i due rom, loro come finanziatori e uno dei sei imputati come intermediario, si sarebbero fatti promettere e parzialmente restituire interessi di carattere usuraio. Su un prestito di 2500 euro sarebbe stata richiesta la somma di 5000 euro omnicomprensiva degli interessi da versare entro un mese dalla richiesta. Sulla somma di 2000 euro venne richiesta una somma raddoppiata (4000 euro) entro un mese. L’inchiesta partì dalla denuncia di un imprenditore del posto. L’indagine della Procura portò a ricostruire episodi di usura ed estorsione in concorso aggravata dalla metodologia mafiosa ai danni di tre commercianti di Cellole e Baia Domizia avvenuti tra il 2013 ed il 2016. Ovviamente tutte le accuse devono trovare fondamento nel corso del processo da poco cominciato. (a.d’.a.)

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