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SULMONA – La minoranza si astiene, Forza Italia vota contro e la maggioranza resta compatta. Si è chiusa oggi la lunga discussione sulla sanità in Consiglio Comunale con un documento condiviso nella sostanza ma non nella forma. La minoranza chiede un atto di coraggio, “senza usare il politichese”, come ha ricordato il consigliere Fabio Ranalli. Secondo il Vice Presidente dell’assise civica manca la parola magica del primo livello. A dare lettura del documento, elaborato dopo ore di discussione dal momento che la seduta consiliare si è aperta con un’ora di ritardo, è stato il sindaco Annamaria Casini. Rilanciato l’asse Sulmona-Castel Di Sangro-Popoli ma anche una commissione per lo studio delle specificità, chiedendo l’implementazione dei servizi sul modello Giulianova. Forza Italia con Elisabetta Bianchi parla di caduta di stile istituzionale e senso di inferiorità, condivide solo le premesse del documento e ritiene che il documento compie un salto indietro nel tempo di tre anni. Il consigliere Tirabassi difende l’operato della maggioranza, chiarendo che l’intento è quello comune, potenziare l’ospedale di Sulmona e chiedere di riempire di contenuti il nuovo corpo ospedaliero in dirittura d’arrivo. Deluso il consigliere Luigi Santilli che si aspettava un atteggiamento diverso dalla minoranza. “Non ci possiamo paragonare con gli altri territori”- interviene- “se ci sono le condizioni chiederemo anche il secondo livello”. Il consigliere Fabio Pingue accende la battaglia a contro le norme, una lotta dice che “deve interessare tutte le forze politiche”. “Non abbiamo usato il politichese ma è una scelta precisa dalla maggioranza. Non vogliamo lottare per la denominazione ma per la qualità e e la quantità dei servizi”- incalza Andrea Ramunno. Francesco Perrotta rimette la palla al centro. “Mi interessa”- dice- “che il cittadino si possa curare a Sulmona. Si proceda subito a convocare i sindaci del territorio”. Anche Roberta Salvati spinge il piede sull’acceleratore perché la commissione si riunisca in tempi stretti, pur soddisfatta del documento elaborato. Un dibattito a tratti molto acceso anche al di fuori dei confini istituzionali. D’altronde l’argomento resta scottante.

Andrea D’Aurelio

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