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In Abruzzo, fino al 2008, le Comunità Montane erano 19 e rappresentavano l’élite dell’impiego anche perché hanno inserito centinaia di dipendenti nel mondo del lavoro ed erano enti molto ricchi.

Ad oggi, ne sono rimaste 12 e tutte commissariate e da liquidare entro il 31 dicembre 2022. Continuano a funzionare con personale ridotto con ruoli importanti che i singoli comuni, da soli, non riuscirebbero ad assolvere, come la gestione e il coordinamento dei servizi sociali territoriali per anziani, disabili e minori a rischio.  La soluzione potrebbe essere quella stabilita da una legge di gennaio e cioè trasformarsi in ‘Unione dei comuni’.

Le Comunità Montane ancora in funzione sono: Comunità montana Montagna di L’Aquila, commissario liquidatore Paolo Federico, sindaco di Navelli, Comunità montana Sirentina, commissario liquidatore Luigi Fasciani, sindaco di Molina Aterno, Comunità montana Montagna Marsicana, (Gianluca De Angelis, sindaco di Lecce dei Marsi), Comunità montana Peligna (Eustachio Gentile), Comunità Montana Alto Sangro, (Umberto Murolo, ex sindaco di Castel di Sangro), Comunità Montana montagna pescarese, (Cristian Panico), Comunità montana Gran Sasso,(Nando Timoteo, assessore comunale Tossicia),  Comunità montana Della Laga  (Marco Di Nicola, assessore comunale Torricella Sicura), Comunità montana Majelletta (Iris Flacco, dirigente servizio Risorse del territorio e Attività estrattive della Regione Abruzzo), Comunità montana Montagna Sangro Vastese, (Arturo Scopino, sindaco di Montelapiano), Comunità Montana Aventino Medio Sangro (Renzo Iride, dirigente Ufficio Crisi Aziendali della Regione Abruzzo), Comunità Montana Vomano Fino e Piomba, (Camillo Rastelli).

Con la legge regionale 9 del luglio 2016, con presidente della Regione il dem  Luciano D’Alfonso ha permesso alle comunità montane di assumere la funzione di Ecad,  “Ente capofila ambito distrettuale”, ovvero di gestione dei vari servizi sociali per anziani disabili, minori a rischio nei vari comuni delle aree interne, ricompresi nei confini delle comunità montane o anche oltre.

Nella legge regionale approvata su iniziativa dell’assessore al Sociale Marinella Sclocco, si prevedeva che a svolgere la funzione di comune capofila dovesse essere quello più popoloso. Ma questo non sempre è stato possibile Infine nella legge di bilancio di dicembre, la maggioranza di Marco Marsilio ha posticipato la fine delle comunità montane dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2022, allungandogli la vita altri due anni.

Questo per consentire sia la continuità dei servizi sociali, e degli estenuanti processi di liquidazione, che per favorire la loro trasformazione in Unione di comuni.

L’ex l’assessore regionale esterno agli Enti locali, Piero Fioretti, della Lega appena sostituito da Pietro Quaresimale, aveva costituito un gruppo di lavoro per accelerare il processo. Quindi ora i lavori hanno subito un rallentamento anche per l’emergenza covid

Lorenzo Berardinetti, presidente dem della commissione Finanze e Tesoro, nonché sindaco di Sante Marie, in provincia dell’Aquila e da qualche settimana presidente dell’Unione dei Comuni montani (Uncem) regionale, lancia un appello alla Regione per definire per sempre questa situazione, modificando la norma dell’unanimità, ottenere una quota delle risorse del recovery fund, un coordinamento maggiore tra i comuni.

 

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