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LANCIANO – Con le accuse di concussione consumata e tentata, in merito alla ristrutturazione della casa anziani ‘Villa Arzilla’, perpetrata ai danni dell’imprenditore di Castel Di Sangro, Stefano Pecorella, titolare della società Cosel, il gup di Lanciano Giovanni Nappi ha condannato, con il rito abbreviato, il sindaco di Pizzoferrato Palmerino Fagnilli e il suo vice all’epoca dei fatti, nel 2017, Adolfo Emiliano Di Sciullo. Per entrambi la pena è di due anni e dieci mesi di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici che dovrebbe avere ora come conseguenza le dimissioni degli amministratori. La sentenza è immediatamente esecutiva. Ampiamente assolti, invece, gli altri imputati. La sentenza ha, inoltre, condannato il sindaco Fagnilli – al suo quarto mandato alla guida del paese abruzzese di circa mille abitanti – e il vice dell’epoca a una provvisionale risarcitoria di 10 mila euro a favore dell’imprenditore Pecorella, gestore di ‘Villa Arzilla’ e amministratore della Cosel srl, patrocinato dagli avvocati Aldo e Gaetana Di Ianni, del foro di Sulmona. Secondo l’accusa, abusando dei poteri e dei ruoli che avevano, gli imputati avrebbero costretto il legale rappresentante della Cosel, Stefano Pecorella, ad assumere una parente del sindaco nella struttura. Questa sarebbe avvenuta ai primi di ottobre 2017. Contestata la tentata concussione al sindaco e al vice perché “avrebbero cercato di imporre a Pecorella la nomina del vicesindaco come direttore della struttura e l’assunzione di sei persone da loro indicate”. Il tutto ad opera terminata e in prossimità dell’apertura. Il caso scoppiò quando, tra la fine del 2017 e gli inizi del 2018, Pecorella notificò al Comune la richiesta di autorizzazione amministrativa, indicando il nominativo del Direttore, che non era evidentemente l’allora vice sindaco. “Una pronuncia di condanna che rende giustizia di una natura tracotante e di un delirio di onnipotenza che ha connaturato l’intera condotta dei due imputati, nella quale si colgono evidenti convinzioni di ritenuta impunità del potere politico di fronte alla legge, anche in presenza di condotte delittuose particolarmente gravi quali quelle che investono l’utilizzo per fini privati del potere e della cosa pubblica”- commentano gli avvocati Aldo e Gaetana Di Ianni. I due amministratori hanno respinto sempre tutte le accuse. Previsto il ricorso in appello.
Andrea D’Aurelio

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