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SULMONA – Non c’è solo il caso della dipendente di un’attività di Roccacasale nell’elenco dei positivi dell’ultimo minuto o post quarantena. La lista nell’ultimo periodo si sta allungando per effetto delle incognite e dei tempi lunghi dell’incubazione del virus in variante. Chi risulta positivo in “zona cesarini”, ovvero il quattordicesimo giorno di sorveglianza. O chi, con tanto di sorte avversa, chiude una quarantena e ne comincia un’altra. Sono quattro i casi sui generis balzati alle cronache. Almeno in questi giorni. Il primo riguarda un 60 enne domiciliato a Prezza che era stato posto in sorveglianza dopo la positività di un congiunto come contatto stretto di un caso accertato. Ha svolto quindi tutti il ciclo della quarantena, risultando negativo a ben due tamponi. Poi la Pasqua in famiglia fino a quando, la settimana dopo, si è dovuto sottoporre a un nuovo tampone, probabilmente per nuovi contatti. Il test è risultato positivo. Il secondo riguarda un minore di tre anni domiciliato in Alto Sangro per il quale la Asl attivò una “quarantena lampo”, condizionato al solo svolgimento del tampone, perché la sua positività è stata accertata al quattordicesimo giorno della sorveglianza attiva. Stessa “sorte” che è toccata alla donna di Roccacasale che si è contagiata trascorse due settimane esatte dall’ultimo contatto con un caso accertato, ovvero una collega di lavoro. Infine, un altro fronte sui generis, riguarda un uomo di mezza età di Sulmona che si è fatto una quarantena con due tamponi negativi, limitando al massimo i suoi contatti, per poi sviluppare il virus nella settimana successiva. Ogni giorno si è esposti al rischio contagio. Questo è vero. Ma va rilevato, come direbbe qualcuno, che la medicina non è la matematica. La variante inglese del Covid può avere quindi un’incubazione subdola e più lunga del solito tant’è che l’attività di tracciamento e sorveglianza si è fatta più rigorosa nell’ultimo periodo. E se in questi giorni il contagio ha rallentato, fatta eccezione di alcuni fronti ancora da monitorare, è anche e soprattutto grazie all’opera della prevenzione che non ha lasciato nulla al caso.

Andrea D’Aurelio

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