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PRATOLA PELIGNA – “Le mie dimissioni non sono legate alle contestazioni arrivate nell’ultimo periodo ma al rinnovo del Consiglio regionale, dal momento che sono consapevole della responsabilità di assicurare la necessaria continuità nell’azione amministrativa degli organi del consorzio”. Così il Presidente del Consorzio di Bonifica Interno Aterno-Sagittario di Pratola Peligna, Ernesto Zuffada, dimissionario dallo scorso 28 febbraio in attesa della ratifica e presa d’atto in Consiglio. Ieri le dimissioni sono state comunicate all’organo di deputazione e il prossimo 6 marzo verranno ufficializzate in Consiglio che procederà a eleggere il nuovo Presidente. Fino a nuova nomina del Consiglio regionale, Zuffada resterà un consigliere delegato della Regione. “La mia decadenza avviene sei mesi dopo dall’insediamento del Consiglio Regionale e in questo arco temporale non avrei potuto assumere decisioni di straordinaria amministrazione. Da qui la scelta delle dimissioni perché l’ente deve andare avanti”- interviene Zuffada in conferenza stampa che si dice tranquillo e sereno rispetto al ricorso depositato da Confagricoltura alla Corte dei Conti sugli ultimi provvedimenti emessi dal 7 al 13 febbraio scorsi fra i quali il rinnovo del contratto al Direttore Giuseppe Sciullo per cinque anni e l’assunzione di un capo area amministrativo con profilo legale. Perché affidare la guida degli uffici di ragioneria e catasto-tributi a un’unità che ha competenza in materia giuridica? La domanda sorge spontanea. “La sfida è quella dell’emissione in proprio del ruolo e questa figura curerà questo aspetto ma anche gli aspetti normativi e legali che ne potrebbero seguire”- spiega Zuffada non senza far notare che “per quanto riguarda l’aspetto ragioneristico, sicuramente le caratteristiche e le peculiarità del curriculum del concorrente dovranno riguardare anche questa capacità”. Il contenzioso del consorzio si aggira intorno ai 20 mila euro annui ma il passaggio successivo sarà quello di implementare l’ufficio legale interno all’ente. Riguardo al compenso del Direttore, che tanto ha fatto discutere nell’ultimo periodo, è stato spiegato che lo stipendio è tra i più bassi rispetto ai consorzi che operano su scala nazionale. Nell’elenco degli obiettivi che Zuffada ritiene di aver portato a casa nei 22 mesi di Presidenza dell’ente si annoverano la risoluzione della problematica relativa alla salmonella attraverso un piano di autocontrollo, il parere positivo del comitato V.I.A. sulla centrale idroelettrica di Raiano per l’avvio delle iniziative che porteranno l’ente a competere nel campo delle energie rinnovabili, l’accesso al fondo di rotazione di 800 mila euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, la partecipazione al Psrn con un progetto di circa 9 milioni di euro e al Psr con un progetto di circa 2 milioni e 700 mila euro. Il mea culpa del Presidente dimissionario è arrivato per non aver saputo realizzare pienamente una comunicazione moderna, di rete e sui social. L’ultimo atto di Zuffada sarà quello di presentarsi mercoledì prossimo in Consiglio per comunicare le sue dimissioni ma in conferenza stampa non è mancato il finale al cardiopalma con il fuori programma a cura del consigliere Carlo Di Ruscio (eletto dai consorziati) che ha rimarcato come “il consorzio prima di essere dei politici è dei contadini, di chi lavora la terra e di chi suda in mezzo ai campi”. Volesse il cielo. Che queste parole siano di buon auspicio.

Andrea D’Aurelio

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