
Nei prossimi giorni terremo un’assemblea per definire le proposte che andremo ad avanzare e se le nostre sacrosante richieste non verranno accolte ci troveremo costretti ad avviare un’azione di responsabilità nei confronti degli attuali amministratori del consorzio”. Così Alfonso D’Alfonso, socio del Consorzio di bonifica Aterno Sagittario dopo l’audizione in commissione Vigilanza nella quale, dichiara D’Alfonso “il presidente del Consorzio di bonifica Aterno Sagittario Maurizio Monaco si è detto d’accordo al 99% rispetto alle denunce e le proposte da me enunciate in consiglio regionale”.
A partire dalla non adeguatezza dell’attuale sistema di gestione di irrigazione che, spiega D’Alfonso “è basato principalmente sul riempimento di quattro enormi vasche di accumulo poste a un notevole dislivello rispetto alle stazioni di pompaggio che necessitano per essere riempite dalle 20 alle 60 ore di pompaggio per poi poter irrigare solo 4 ore al giorno”, una situazione che, spiega D’Alfonso, “potrebbe risolversi con il ritorno al pompaggio dell’acqua direttamente agli idranti, la soppressione di 2 stazioni di rilancio e la rimozione delle vasche”. Proposte sulle quali, continua D’Alfonso, il presidente Monaco si è detto d’accordo, come d’accordo si è dimostrato anche sulla necessità di ridurre il “notevole consumo energetico” derivante da tre ore e mezzo di irrigazione al giorno che, tra l’altro “non sono sufficienti rendendosi pertanto necessarie più giornate”. Un consumo energetico che si aggiunge allo spreco derivante da “due vasche di accumulo che – denuncia D’Alfonso – perdono il 50% dell’ acqua pompata da diversi anni”, situazione della quale lo stesso presidente Monaco ha confermato di essere a conoscenza “affermando che occorre, addirittura, realizzarle di sana pianta”.
D’Alfonso ha anche sottolineato come “200 euro a ettaro di ruolo fisso annuo stanno deprezzando il valore dei terreni aprendo la strada a speculatori del posto che stanno accaparrandosi terreni sottraendoli agli agricoltori”, osservazione, anche questa, sulla quale Monaco si è detto d’accordo. Totale sintonia anche sull’ipotesi che sia la Regione Abruzzo a stanziare le risorse necessarie a realizzare gli investimenti per ammodernare la rete, visto che, ha spiegato D’Alfonso “nomina tre componenti del consiglio e il revisore dei conti, oltre ad avere il controllo sui bilanci”. Peccato però, aggiunge D’Alfonso, che il presidente Monaco “si sia dimenticato di spiegare il motivo per il quale non l’abbia finora chiesto alla Regione”. E alla domanda postagli dal presidente della commissione di vigilanza Sandro Mariani su quale provvedimento abbia finora preso per ridurre questi enormi sprechi, il presidente Monaco ha asserito che il suo compito è quello di ripartire i costi derivanti da tale gestione in base al piano di riparto. Una “strana interpretazione che Monaco dà al suo ruolo di presidente” continua D’Alfonso sottolineando che “alla luce delle sue competenze dichiarate come funzionario del consorzio di bonifica poi trasferito a quello Centro Abruzzo con sede a Chieti, ci si aspettava ben altro che un semplice ruolo di esecutore di un processo di mero calcolo”.
Un’audizione “surreale” la definisce D’Alfonso annunciando che, alla luce dell’ impegno assunto dal presidente della Commissione vigilanza di riconvocare una commissione dedicata interamente all’argomento, “da oggi inizia una fase di mobilitazione dei consorziati”. Una mobilitazione che terminerà solamente con “il superamento delle criticità del servizio il cui costo hanno sinora sopportato gli agricoltori e le loro famiglie” perché, conclude Alfonso D’Alfonso “è necessario salvaguardare il futuro delle nostre aziende e del nostro Consorzio ponendo fine al suo stato di continuo assorbimento di risorse economiche sottratte dalle nostre tasche”.