banner
banner

L’Aquila. Ancora una volta è L’Aquila la città abruzzese con più nuovi casi di covid-19: sono 36 quelli accertati con i test delle ultime ore. Subito dopo ci sono le città di Avezzano, Montesilvano, e Pescara.

Al San Salvatore chiuso il reparto di Ortopedia e traumatologia, dove sono stati riscontrati una ventina di casi di positività al covid-19 tra medici, infermieri, operatori sanitari e pazienti. Fermo il blocco operatorio: sono assicurate soltanto le prestazioni non rinviabili.

Cominciano ad arrivare numerose le denunce di medici, infermieri, operatori sanitari che iniziano a mettere in dubbio la scelta dell’azienda di non sottoporre a tampone con regolarità il personale ospedaliero. Operazione che è iniziata soltanto ora, con l’esplosione del ‘caso’ Ortopedia.

“In 7 mesi non ci hanno mai sottoposto a tampone. Siamo stati ‘buttati’ in sala operatoria senza che vi fosse alcun controllo del personale medico. La direzione generale è stata latitante. Soltanto ora che la situazione si è fatta difficile hanno deciso di sottoporci a tampone”, lo sfogo di un medico.

Un altro medico raccontai che “i pazienti sono stati controllati e sottoposti a test, ma non il personale ospedaliero e i dipendenti della Asl. Si è deciso, per una precisa scelta aziendale, di non sottoporre il personale a tampone: evidentemente la priorità era far vedere che l’ospedale funzionava. Non volevano chiudere neanche Ortopedia finché non si sono positivizzati in 20, e soltanto dopo è stato chiuso il blocco operatorio”.

Altri medici denunciano la carenza di personale a fronte di un aumento di posti letto in terapia intensiva. Non stanno assumendo, non stanno stabilizzando chi ne avrebbe i requisiti e i concorsi sono congelati nonostante le promesse. Anzi, la Asl non prende in considerazione neanche i provvedimenti che pure permetterebbero di andare in questa direzione.

Per non parlare delle difficoltà da parte delle Asl nella gestione dei tamponi e tracciamento positivi. Cittadini che denunciano di non riuscire ad avere contatti con la Asl, pure se in isolamento a casa, e altri che fanno fatica anche a prendere appuntamento per il vaccino antinfluenzale.

Il manager della Asl 1 Roberto Testa comunica che la Direzione Generale, ha predisposto misure di rinforzo e di supporto al Servizio di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica, consistenti nell’invio di quattro unità amministrative nella sede di Avezzano, di 4 tra infermieri ed operatori EDP nella sede di L’Aquila, nonché nel rafforzamento delle USCA (Unità territoriali a supporto dei MMG e dei PLS) con il conferimento di incarico a tre medici su L’Aquila, tre su Avezzano ed uno su Sulmona, personale che sicuramente contribuirà a determinare un ancora più efficace azione di prevenzione e di controllo dei casi di persone con sintomatologia, ma trattabili a casa.

Intanto i casi aumentano, con un andamento in provincia che, da sabato 10 ottobre, sta crescendo in modo esponenziale: sono stati oltre 560 le positività acclarate, ad un allentamento delle misure di precauzione da parte della popolazione (eventi ludici, attività sportive, conviviali, etc.), nonché ad alcuni casi in ambito scolastico (molto probabilmente eccessivo affollamento dei trasporti pubblici)”.

“Una situazione di difficile gestione, questo è evidente, afferma Testa, e va riconosciuto, che ha comportato, a carico del Dipartimento di Prevenzione ed in particolare del Servizio di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica, già impegnato nel controllo dei casi precedenti e nell’organizzazione di una complessa campagna di vaccinazione antiinfluenzale, un carico di lavoro considerevole legato alla necessità di porre sotto sorveglianza un numero veramente notevole di persone (ogni positivo porta con sé la necessità di contattare almeno altre 10 persone); facile fare quindi il calcolo dei cittadini da porre sotto sorveglianza, ma nonostante tutte le difficoltà, gli operatori tutti, con grande spirito di sacrificio, sono riusciti a reggere l’urto di una situazione che in altri territori ha dato luogo a ben altri esiti”.

Testa ha ribadito che “non si è assolutamente perso il controllo della situazione e si stanno continuando a tracciare tutti i contatti e ad inviare i dati alla Regione e all’Istituto Superiore di Sanità”.

Situazione che ha determinato, da parte dei cittadini, la difficoltà di potersi metter in contatto con gli operatori sanitari, in quanto le linee telefoniche risultavano e risultano spesso occupate per le operazioni di tracciamento e di colloquio telefonico. “Va anche ribadito, però – ha aggiunto il manager della Asl – che la programmazione dei tamponi naso-faringei di controllo deve essere legata ad una corretta operazione di tracciamento, che ha ridotto i tempi di quarantena. Quindi la Asl ha ribadito il ‘no’ al “fai da te” ed alla richiesta legata alla paura ed all’emotività. Effettuare un tampone nella tempistica non dovuta non aiuta la lotta al COVID-19; anzi rischia di fornire alla persona illusoria tranquillità ed allentamento delle sempre necessarie misure di precauzione. Sono state e stanno per essere predisposte ulteriori linee telefoniche e supporti informatici. Corre, tuttavia l’obbligo, di raccomandare alla popolazione tutta di osservare sempre e comunque le misure di precauzione indicate dai vigenti Decreti, di rivolgersi “in primis” per consigli terapeutici e di precauzione, anche per quanto riguarda la vaccinazione antiinfluenzale, al proprio medico curante, e di avere anche un minimo in più di pazienza per disguidi ed attese telefoniche”conclude il manager Testa.

Ma in conseguenza dell’incremento dei contagi, è stata riaperta la Palazzina Delta Sette del San Salvatore. “Si tratta di un atto dovuto rispetto a una programmazione del piano di emergenza che la governance aziendale aveva già definito nel mese di aprile”, afferma Testa. “In quel momento la palazzina era in via di ultimazione e si è deciso di accelerare i lavori proprio per il timore di necessità di posti letto legati alla pandemia nel periodo autunnale. L’occasione di finanziamenti Covid ha permesso di ottenere un risultato difficilmente raggiungibile facendo riferimento al normale bilancio aziendale, e oggi la palazzina è totalmente fruibile per le necessità dell’utenza. I reparti appena realizzati – continua Testa, – avrebbero meritato una inaugurazione in grande stile, per qualità delle manifatture e della tecnologia impiegata, ma purtroppo l’attuale situazione non ce lo consente. Siamo impegnati 24 ore su 24, infatti, a riprogrammare i percorsi assistenziali e a riorganizzare i posti letto necessari per l’utenza. Il delta sette era fra gli interventi urgenti previsti per far fronte alla pandemia autunnale, e la tempistica è stata rispettata, peraltro con una grandissima attenzione all’appropriatezza delle spese. Alla fine della pandemia Covid l’Ospedale San Salvatore si presenterà con un volto totalmente rinnovato e con una capienza molto aumentata, ciò che permetterà di riorganizzare la qualità dei servizi erogati a servizio di tutta la provincia. In questo modo nulla sarà stato speso inutilmente. Peraltro la palazzina presenta standard di sicurezza da un punto di vista strutturale altissimi, essendo stati rispettati tutti i più recenti criteri dettati dalla normativa vigente sulla sicurezza sismica”.

Lascia un commento