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SULMONA – Non solo non è morta e gode di discreta salute ma non vuole nemmeno essere chiamata “paziente zero”. L’anziana del teramano, paziente della clinica San Raffaele di Sulmona ricoverata attualmente nell’ospedale di Chieti, parla per il tramite del suo avvocato, Luca Di Edoardo. Dopo il clamoroso errore della Asl che aveva inserito l’anziana nell’elenco dei decessi, stando al documento indirizzato alla Regione Abruzzo sul reso conto dei casi riferibili alla clinica sulmonese, la “famigerata” paziente si difende. “Mi preme innanzitutto puntualizzare che la mia assistita non è deceduta”- interviene il legale a Onda Tg- “in secondo luogo la medesima non potrà essere considerata come paziente zero rispetto alla diffusione del Coronavirus presso la clinica San Raffaele di Sulmona laddove il suo trasferimento da una clinica bergamasca è intervenuto in termini di assoluta sicurezza e nel pieno rispetto dei protocolli di riferimento tant’è che il suo trasferimento è stato preceduto dall’effettuazione di un tampone che ha avuto esito negativo rispetto alla ricerca del Coronavirus”. La posizione del legale rimette quindi la palla al centro e arriva dopo l’arcano svelato da questa testata sul “falso decesso” della donna dovuto probabilmente ad una svista umana e burocratica. Sulla vicenda pesa una querela presentata in Procura dai familiari della prima infermiera contagiata, secondo i quali agli operatori sanitari non sarebbe stato riferito che la paziente era a rischio infettivo e che quindi dovevano adeguarsi con protocolli che ne garantivano la protezione da eventuali e potenziali infezioni. Diversa la tesi del legale dell’anziana signora. L’inchiesta della magistratura è in corso. S’indaga per epidemia colposa e lesioni colpose, salvo il cambio dell’ipotesi di reato in omicidio colposo, in riferimento al decesso dell’anziano di Prezza. Il fascicolo è stato aperto contro ignoti.

Andrea D’Aurelio

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