SULMONA – “Senza cultura non ci sarà né progresso e né futuro. Mi dispiace che nella patria di Ovidio questa venga considerata un elemento superfluo”. Il malcontento per il taglio ai fondi destinati alle associazioni e agli eventi culturali parte dai giovani e non da un giovane qualsiasi. Lo sfogo-denuncia è arrivato nei giorni scorsi sulla rete sociale di facebook da Patrizio Maria D’Artista, il sulmonese che ha portato il nome di Sulmona in giro per il mondo. Un giovane che la cultura la mastica, la vice, la pratica. Insomma ci capisce come direbbero proprio in città. E se è vero che nel bilancio di previsione adottato dal Consiglio non si può parlare di un vero e proprio taglio ai fondi della cultura, il rammarico resta. Rispetto al 2018 sono stati ridotti i contributi per associazioni e eventi culturali per una somma complessiva di 14 mila euro. Ma, ad onor del vero, è stato creato un capitolo ad hoc per agevolare le stesse associazioni per le spese da sostenere sulle strutture culturali ( 15 mila euro). Nessun taglio all’apparenza ma ogni associazione ha una programmazione ampia ecco perché il disagio si avverte. In questi giorni se ne parla anche in piazza.
Di seguito il messaggio di Patrizio:
“Senza cultura non ci sarà ne progresso ne futuro. Mi dispiace che nella patria di Ovidio questa venga considerata un elemento superfluo. L’ennesimo taglio dei fondi al capitolo Cultura nella Citta d’arte di Sulmona (cosi come recitano i cartelli agli ingressi della città) è un tremendo segnale che dovrebbe scuotere anche i più assonnati. L’identità di un territorio è espressa dalla cultura che in esso è rappresentata, valorizzarla e tutelarla significa innanzitutto promuovere lo sviluppo sociale e civile di una città. La cultura è uno strumento necessario per restituire ai cittadini e, soprattutto alle giovani generazioni, la speranza per un futuro e una qualità di vita migliore e consapevole e mi fa rabbia il silenzio di una collettività, operatori culturali compresi, rispetto a queste tematiche. Comprendo che le scelte politiche e di gestione di una città non siano cosa semplice, ma qui perdiamo tutti. Una città senza cultura è solo un agglomerato di cemento”.
Andrea D’Aurelio
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