
Risulta insufficiente e contradditoria la prova emersa nel corso del processo. Con questa formula il giudice del Tribunale di Sulmona, Irene Giamminonni, ha assolto il medico sulmonese, Paolo Leombruni, accusato di commercio e somministrazione di farmaci scaduti. Si tratta del filone d’inchiesta collegato alle accuse di concussione e peculato, per le quali il sanitario era stato condannato il 12 dicembre 2023 alla pena di sei anni e nove mesi di reclusione, per aver erogato cure a pagamento con i farmaci dell’ospedale. Nella giornata di ieri si è chiuso l’ulteriore processo che vedeva il medico sul banco degli imputati per aver compiuto “atti idonei a somministrare farmaci scaduti” ad un’anziana di Raiano. Si tratta di quattro soluzioni fisiologiche che il medico teneva con sè. Ad impedire l’uso dei farmaci furono i carabinieri del Nas di Pescara che, il 21 ottobre 2021, si presentarono a casa della donna per effettuare il blitz. L’operazione portò all’arresto del medico e all’apertura di un filone d’indagine. Nel corso del processo non è emersa la prova che quei farmaci erano scaduti. Per questo il giudice ha assolto il noto medico Leombruni e ha revocato il decreto penale di condanna emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona. Gli avvocati difensori, Alessandro Scelli e Alessandro Margiotta, avevano chiesto il proseguimento poiché l’imputato era stato già giudicato in primo grado sullo stesso reato. Tuttavia la Giamminonni è entrata nel merito con la sentenza di assoluzione









