SULMONA – “Siamo già pronti per la fase due anche se ci spaventa un pochino di più rispetto la quarantenaâ€. Con queste parole il Dirigente scolastico dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Ovidioâ€, Caterina Fantauzzi, riavvolge il nastro della prima fase dell’emergenza che ha visto studenti e docenti cimentarsi con la didattica digitale e volge lo sguardo al futuro per le sfide che attendono il mondo della scuola. Le ultime settimane hanno tenuto gli studenti incollati davanti uno schermo per non perdere il contatto con la seconda agenzia educativa, la scuola, che è entrata in verità tra le mura domestiche dei ragazzi. L’aula virtuale ha avuto quindi la sua sede fisica nelle case degli studenti. Se è vero che nell’emergenza si è persa l’unicità dell’incontro e del confronto in classe, la scuola si è fatta più vicina ai giovani, varcando quella soglia di intimità che è rappresentata proprio dal tepore della casa. Questo passaggio è servito per responsabilizzare di più gli studenti? Si può parlare di sfida centrata? “Abbiamo scelto una piattaforma funzionalmente adeguata alle nostre esigenze. Dopo una full immersion e una formazione, in un solo giorno abbiamo creato 55 classi virtuali e per noi la qualità dei collegamenti è stata una priorità per questo possiamo parlare di sfida centrataâ€- rileva la Fantauzzi che plaude al “lavoro encomiabile†dei docenti, personale docenti, studenti e famiglie che hanno giocato un ruolo importante. “Molte famiglie hanno affrontato con grande difficoltà l’emergenza. Non tutti hanno la fibra e possono nascere problemi di collegamento. Un cospicuo finanziamento del Miur ci ha permesso di acquistare trenta tablet e sto acquistando un router per le famiglie meno abbientiâ€- prosegue la preside per concludere con l’imprevedibile fase due: “riapriremo gli uffici tutti i giorni e procederemo con la sanificazione degli ambienti. Non possiamo permetterci di sbagliare sotto questo punto di vistaâ€. Bisognerà quindi attrezzare gli spazi per l’esame di maturità da consegnare agli annali anche se il momento più bello e “liberatorio†sarà quando studenti e docenti si rivedranno all’interno dell’aula, in quell’ambiente che segna la crescita di intere generazioni, perché è lì che si impara a vivere e si comincia a conoscere il mondo. Lo sforzo della scuola in queste settimane è stato immane e anche noi, che con la tv entriamo nelle case della gente, vogliamo capire come e quanto è cambiata la vita a studenti e docenti. Ci si aspetta, infine, lo stesso sforzo da parte delle istituzioni. Ci sono cantieri da rimettere a regime e pratiche da sbloccare per rendere più sicuro l’edificio scuola. Ma questa è un’altra storia.
Andrea D’Aurelio
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