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SULMONA – “Non è una battaglia di Report ma di tutto il paese”. Così Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore del programma rai, che rilancia a Sulmona la battaglia contro l’intimidazione, a favore della libertà di stampa. Lo ha fatto a margine della cerimonia di premiazione dell’11 esima edizione del Premio Nazionale Pratola che ha riconosciuto l’impegno dell’informazione nazionale e regionale, in tempo di pandemia. Ranucci si riferisce alla sentenza del Tar del Lazio che ha ordinato a Report di rivelare le sue fonti dando ragione all’esposto di un avvocato milanese Andrea Mascetti citato in un’inchiesta della trasmissione sugli appalti lombardi dal titolo “Vassalli, valvassori e valvassini”. “Dietro le fonti amministrative ci sono dei nomi e cognomi dei funzionari che vogliamo tutelare”- spiega il conduttore di Report- “quello che va respinto è il tentativo di intimidazione di questa sentenza che equipara il lavoro del giornalismo con quello del funzionario del catasto. Con tutto il rispetto s’intende. Il giornalismo, soprattutto quello del servizio pubblico, deve essere tutelato e rafforzato perché non si può creare una differenza tra chi svolge la differenza l’attività giornalistica nel servizio pubblico e chi la svolge nel servizio privato”. Un messaggio forte e chiaro che serve per ridarsi e ridarci un tono. E’ proprio il caso di dirlo.

Andrea D’Aurelio

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