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SULMONA – “Buongiorno si può? Posso entrare?”. E’ la frase di repertorio che è risuonata oggi in gran parte delle attività che hanno rialzato la saracinesca dopo 70 giorni di chiusura e lockdown. Le prove di normalità sono cominciate per il 70 per cento delle attività produttive, compreso il commercio al dettaglio, che oggi poteva riaprire secondo decreto. Il dato approssimativo è stato confermato dalla Polizia Locale anche se il quadro sarà più chiaro nei prossimi giorni. Le misure anti Covid e le distanze di sicurezza sono state rispettate e si rientra nei negozi in punta di piedi. L’approccio emotivo risente ancora dell’effetto Coronavirus e il confine tra senso civico e paura è molto labile. Le attività ripartono dalla sicurezza e dalla responsabilità: strisce a terra, cartelli affissi con tutte le indicazioni, guanti e mascherine e tanti sorrisi di buon auspicio. C’è anche il rovescio della medaglia: le attività chiuse, i cartelli “affittasi” che hanno preso il posto di “andrà tutto bene” e le serrate organizzate principalmente da bar e ristoranti che hanno chiesto più tempo per riaprire e adeguare i locali alle nuove misure.  “In questa fase mancherà la gioia del rapporto col cliente – si legge in alcuni manifesti affissi sulle attività – la serenità nel svolgere il nostro lavoro. Per questo questa saracinesca sarà abbassata fino a raggiungere il riconoscimento dei nostri diritti, per i quali lotteremo con le unghie e coi denti. Perché oltre ogni saracinesca c’è molto di più: il sorriso dei gestori, il rapporto sociale, ma anche il sacrificio, la sofferenza e le difficoltà economiche e sociali”. La lenta ripartenza è comincia ed ora si spera che ognuno faccia il suo, istituzioni in primis.

Andrea D’Aurelio
 

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