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SULMONA – Spostare l’attuale paradigma assistenziale per il Covid 19 dall’ospedale al territorio, individuando i criteri di una presa in carico domiciliare/territoriale e ottimizzando gli elementi costitutivi dei distretti, delle cure primarie e della medicina generale. Un approccio multidisciplinare, con il coinvolgimento anche delle figure specialistiche, per evitare di sovraccaricare il sistema ospedaliero, che possa però assicurare l’assistenza adeguata al paziente. Sono gli aspetti principali del protocollo per la gestione domiciliare in isolamento a casa dei casi accertati o sospetti di Covid 19, sul quale sta lavorando la Regione su disposizione dell’assessore regionale alla sanità, Nicoletta Verì.  Per tutto il periodo dell’emergenza verrà istituita presso ogni distretto un’unità di coordinamento dell’assistenza territoriale con il compito di individuare il percorso più appropriato del paziente tra ospedale e territorio, di tenere tempestivamente aggiornato il quadro clinico di un paziente domiciliato e di interagire con gli ospedali covid-19. La proposta era stata lanciata sugli schermi della nostra emittente dalla referente della task force del Tribunale della sanità, Catia Puglielli, che per la fase due aveva suggerito di creare un’unità delle cure primarie, recependo l’indicazione della Federazione dei medici di medicina generale. “E’ un nuovo strumento che cercherà di mettere in rete tutte le forze sanitarie e soprattutto cercherà di supportare il faticoso compito della medicina territoriale e delle usca . Finalmente si aprono le porte all’ unità di cure primarie di cui ci siamo fatti promotori unitamente alla federazione medici di medicina generale”- commenta con soddisfazione la Puglielli. D’altronde se nella seconda fase si vuole potenziare la medicina sul territorio il percorso suggerito e recepito era praticamente obbligato.

Andrea D’Aurelio

 

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