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SULMONA – Due panini, abbigliamento minimo, una figlia di tre anni e mezzo, la paura degli attacchi russi, la preoccupazione del viaggio e le lacrime dell’abbraccio con una parte della famiglia. La storia è quella di Alina, 25 enne ucraina, che è scampata all’orrore della guerra ed è rientrata nella serata di giovedì in Italia per ricongiungersi con la madre che vive a Popoli e lavora a Sulmona. Dopo una settimana di esplosioni, urla e lacrime, la giovane ha deciso di farsi forza e raggiungere la terra peligna. Ha preso lo stetto necessario e lo scorso 28 febbraio si è messa in moto per il viaggio della speranza. “Mio padre mi ha accompagnato alla dogana. Lì ci hanno caricato su un grande camion per la Polonia. Abbiamo trovato una famiglia che ci ha ospitato per due giorni fino a quando siamo riusciti a tornare in Italia”- racconta la giovane in preda alle lacrime. Lei e la sua bambina hanno perso tre chili ciascuno. Il pensiero per ciò che hanno lasciato è continuo e ricorrente. La preoccupazione non dà tregua soprattutto perchè in terra ucraiana sono rimasti la nonna di Alina, il cugino e la zia. Durante le esplosioni tutti i parenti si rifugiavano nel bunker della casa comune per trovare riparo. Oxana, da circa sei anni peligna d’adozione, ringrazia la popolazione sulmonese e quella del Centro Abruzzo per la sensibilità mostrate. I primi furgoni carichi di aiuto sono partiti nei giorni scorsi mentre la raccolta dei beni, coordinata da Comune e Regione, partirà lunedì prossimo 7 marzo. In tanti si stanno mobilitando per rispondere alla follia della guerra con la forza della prossimità. (a.d’.a.)

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