
SULMONA. “Non frequento locali notturni, non partecipo a risse, sono contrario alla violenza”. Lo afferma il 52enne domiciliato a Sulmona, colpito nei giorni scorsi dal provvedimento del Questore, Fabrizio Mancini, che gli ha inflitto il daspo urbano, ovvero il divieto di frequentare 51 esercizi commerciali, ricadenti sul territorio comunale, per un periodo di tre anni. La proposta era arrivata dai carabinieri dopo che, negli ultimi mesi, avevano denunciato il 52enne per detenzione di arma atta ad offendere poiché trovato in possesso prima di un coltello di 15 centimetri in auto e poi di una tanica di benzina. A ciò si aggiunge la lite con l’accetto del febbraio 2023. Ma, secondo il 52enne, si tratta di un provvedimento ingiusto ed eccessivo. Per questo è stato presentato ricorso al prefetto, Giancarlo Di Vincenzo e nelle prossime settimane sarà chiamato in causa anche il Tar. “Il coltello era di 7 centimentri e la benzina serviva per il motorino di mio figlio. Ma non è questo il punto”- incalza il 52enne. “Quanto alla cosiddetta “pericolosità sociale” che mi si attribuisce, posso capire se si fa riferimento al passato. È vero: ho commesso reati abbastanza gravi, ma accadeva circa 35 anni fa, in un contesto molto diverso, in cui dovevo anche tutelare la mia stessa sopravvivenza. Oggi è tutta un’altra storia. Ho rispetto per tutti, a Sulmona. Questo provvedimento, invece, lo trovo offensivo. Vivo in piazza Garibaldi e non posso nemmeno più frequentare la zona dove abito. Mi hanno addirittura vietato l’accesso al bar che si trova a quattro metri da casa mia. Dove dovrei andare? Dovrei cambiare zona? Non comprendo la finalità. Capisco che l’episodio dell’accetta sia stato eclatante, ma non mi sento un soggetto pericoloso”.