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SULMONA – Ci sono precedenti di polizia, ovvero una serie di denunce per risse e aggressioni perpetrate nel corso degli ultimi anni, ma non ci sono precedenti giudiziari. Per questo M.D.R, il 26 enne di Sulmona raggiunto nei giorni scorsi dal Daspo Urbano emesso dal Questore dell’Aquila, è intenzionato ad impugnare il provvedimento davanti al Tar Abruzzo. Per una delle tre risse oggetto del provvedimento è arrivata la sentenza di assoluzione. Per quella del 2015, la maxi aggressione sul plateatico dell’Annunziata, si sono acquisite agli atti le remissioni di querela con il dibattimento in corso per le aggravanti mentre per la rissa a suon di bottigliate del 2019 l’inchiesta è ancora in fase di indagine preliminare. Una sentenza assolutoria è arrivata dal giudice di pace per un’altra rissa avvenuta in un locale fuori dal centro storico. Poi ci sono altri tre episodi, dalla guida in stato di ebrezza al disturbo della pubblica quiete, non attinenti con la violenza. Per il 26 enne quella sfilza di querele non giustificherebbe un provvedimento di questo tipo visto che di condanne, al momento, non se ne sono viste. “Abbiamo già rappresentato all’autorità amministrativa nel corso del procedimento sfociato con il divieto la sussistenza di circostanze, vale a dire le sentenze in questione, che facevano venir meno le ragioni di applicazione del divieto ma inutilmente. A questo punto siamo costretti a rappresentarle alla autorità giudiziaria”- sottolinea l’avvocato del giovane, Alessandro Tucci. Il Daspo urbano che ha una durata biennale, nato grazie agli approfondimenti effettuati dalla Divisione Anticrimine della Questura di L’Aquila a seguito delle pervasive indagini degli investigatori del Commissariato di Sulmona, vieta AL 26enne di recarsi nei bar e nelle pizzerie del centro di Sulmona, pena la reclusione da sei mesi a due anni e la multa da 8.000 a 20.000 euro.

Andrea D’Aurelio

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