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SULMONA – Provvedere con l’affidamento dell’incarico a un progettista, stilare un cronoprogramma e nominare un responsabile del procedimento. Queste le richieste di Franco D’Amico, componente del comitato docenti del De Nino-Morandi, l’istituto sulmonese che ha chiuso i battenti il 17 ottobre 2014 in seguito al sequestro di un’ala dell’edificio da parte della Finanza dell’Aquila per presunti lavori sbagliati post sisma. In un momento dove si riaccende il dibattito sulla sicurezza sismica delle scuole, D’Amico scuote istituzioni e organi competenti perché la ristrutturazione della sede storica dei ragionieri e geometri non cada nelle calende greche. “Stiamo benissimo nell’Iti di Pratola Peligna. Lo abbiamo detto e lo continuiamo a ribadire, ma ora bisogna tornare a Sulmona. Mi rivolgo alle istituzioni e ai politici perché è arrivato il momento di fare qualcosa per questa città”, tuona il professore. Franco D’Amico nel frattempo rincara la tesi lanciata a suo tempo dall’ex Vice Presidente della Provincia dell’Aquila Antonella Di Nino che propose il 28 settembre 2011 il trasferimento della popolazione scolastica a Pratola, contestualmente la ditta incaricata avrebbe eseguito i lavori in pochi mesi per riconsegnare alla popolazione scolastica una scuola sicura. In una recente intervista la Di Nino ha ricordato che “il tempo è galantuomo e quella era una scelta da prendere in considerazione”. “Il 13 ottobre e il 25 ottobre 2011 l’ex Dirigente portò a conoscenza della situazione il Collegio Docenti e il Consiglio d’Istituto. Allora si preferì mandare a scuola i ragazzi con un cantiere aperto e la Provincia fu chiara, non dava assicurazioni sulla conclusione dei lavori”, conclude D’Amico che ora preferisce guardare avanti, sollecitando gli organi competenti a non perdere più tempo, accelerando l’iter per il rientro nella sede storica.

Andrea D’Aurelio

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