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SULMONA – Non si è trattato di un sopralluogo ufficiale e istituzionale ma quella di questa mattina, per la Procura della Repubblica dell’Aquila, è stata un’occasione per “tornare” nella sede storica del De Nino-Morandi, l’istituto dei ragionieri e geometri chiuso dall’ottobre 2014, dopo l’inchiesta avviata dalla magistratura aquilana per presunti lavori sbagliati post sisma. Un “sopralluogo” visivo, casuale e senza impegno, quello che ha effettuato il Sostituto Procuratore dell’Aquila Roberta D’Avolio, accompagnata dal comitato De Nino-Morandi, presieduto da Franco D’Amico. Da via Cornacchiola si sono fermati per alcuni minuti ad osservare la scuola dimenticata. Chissà cosa avranno pensato i magistrati constatando lo stato di degrado e incuria che avvolge l’edificio. Con le nostre telecamere, sempre dall’esterno, abbiamo cercato di immortalare ogni dettaglio: dal cortile sovrastato dagli alberi caduti con le forti folate di vento del febbraio 2019 all’erba che cresce in mezzo ai rifiuti. Perché anche gli incivili hanno fatto la loro parte. Nella zona laterale della palestra si intravedono finestre aperte e vetri rotti. Nemmeno la parte posteriore del cortile se la passa meglio. Un’amara fotografia che fa accapponare la pelle soprattutto a coloro che in quelle pareti hanno lasciato un pezzo di vita. Intere generazioni cresciute in quello stabile che, solo a passarci, si sentono profondamente ferite. Per i lavori si attende la pubblicazione della gara con gli ultimi atti da esperire dopo il cambio del Rup ( Responsabile unico procedimento) mentre si studia una soluzione alternativa per il rientro a Sulmona, ancora da definire. Sono passati cinque anni e mezzo da quel 17 ottobre 2014. Fu sera e fu mattina. Non è cambiato nulla. Se non in peggio.

Andrea D’Aurelio

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