
SULMONA – Lei una 20 enne del posto e lui un 44 enne, iscritto nel registro degli indagati con la pesante accusa di violenza sessuale. Due persone che si conoscono bene e che questa mattina si sono ritrovati in Tribunale, davanti al giudice per le indagini preliminari, Marta Sarnelli, per l’incidente probatorio su quella notte trascorsa insieme nel febbraio scorso. Una ricostruzione del fatto fedele alla realtà per l’avvocato della vittima mentre, secondo la difesa, nell’interrogatorio sarebbero emerse più di una contraddizione e di una lacuna. Ma veniamo ai fatti. Secondo il castello accusatorio il 44 enne, a fronte di un diniego espressamente manifestato dalla giovane, con violenza consistita nel sollevarla di peso, nel porla sul tavolo della cucina e nel toglierle con forza i leggins indossati dalla giovane, la costringeva a subire atti sessuali. Colpendola pure con uno schiaffo alla parte sinistra del volto, facendo pressione con i suoi pollici sui bulbi oculari della giovane, stringendole con le mani il collo e sferrandole pugni sui fianchi, sulle costole e dietro la schiena, volontariamente le avrebbe cagionato delle lesioni personali, ovvero un trauma cranico facciale giudicato guaribile in venti giorni. Sempre secondo il racconto della vittima, il 44 enne, al fine di trarne profitto, si sarebbe impossessato del telefono cellulare della giovane, che è stato sequestrato dalla Polizia nel corso della perquisizione domiciliare a carico dell’indagato, unitamente a una sostanza polverosa bianca contenuta in un barattolo di vetro, rinvenuta nella villa in uso all’uomo. Dal canto suo il 44 enne avrebbe negato ogni forma di violenza e anche le lesioni, nonostante il referto del pronto soccorso. Una vicenda delicata insomma, tutta da esaminare con i riscontri del caso. Le indagini sono in corso. (a.d’.a.)