SULMONA – Sono già passati dieci anni da quell’ultimo saluto. Non uno o due ma dieci. Una cifra tonda che non cancella il vuoto che ha lasciato la scomparsa di Gino Presutti, patron della nostra emittente televisiva di onda tv, editore e fondatore. Era l’11 gennaio del 2011. I ricordi riaffiorano nella mente di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e incontrarlo, stargli accanto in tutti i momenti, nelle tante sfide e iniziative che hanno permesso ad onda tv di diventare la prima emittente della provincia dell’Aquila ma anche una delle tv abruzzesi con maggiore anzianità di servizio. A sentir parlare del gigante Gino anche chi è arrivato dopo, nella tv del digitale, scopre un personaggio che ha avuto intuizioni e lungimiranza per far crescere e collocare nel panorama televisivo regionale quella creatura che oggi è diventata adulta, ovvero una testata che è il punto di riferimento dell’informazione locale e non solo. Si sa che l’utenza, per accertarsi dell’attendibilità della notizia, si sintonizza oggi sul canale diciotto o legge onda tv. Perché una cosa è una notizia. Altro è “se lo dice la televisione”. Solo il ritardo e gli intoppi burocratici impedirono a Gino di veder realizzato quel passaggio al digitale sul quale stava lavorando da molto tempo. Un vero peccato perché crediamo sarebbe stato un momento di svolta decisivo per tutta l’emittenza televisiva nazionale. Purtroppo, il male lo ha portato via troppo giovane, troppo pieno di vita e di entusiasmo, sia pure nella sua timidezza che si faceva scappare non appena vedeva una telecamera puntata verso di lui. Noi da parte nostra abbiamo dovuto e voluto intensificare i nostri sforzi in modo che la sua televisione non morisse. Anzi che potesse diventare sempre più competitiva nel quadro delle emittenti regionali. Quando le forze vengono meno e lo sconforto prende il sopravvento, tutti in redazione, guardiamo la foto con tanto di cornice del gigante Gino che con il suo vivace sorriso restituisce energie e spirito di iniziativa. Oggi, perché i fatti non sono voci, onda tv garantisce un giornalismo di strada e di marciapiede, di giorno e di notte, forse come piaceva proprio a lui. Meritava qualcosa di più e di meglio da una esistenza che ha dedicato al lavoro e alle faccende quotidiane. Non è stato così, e nel disegno della Divina Provvidenza di sicuro il buon Dio lo avrà messo al lavoro, lassù da qualche parte, a sistemare qualche collegamento o qualche ponte. Ciao Gino con la sicura speranza che resti sintonizzato… dall’altra parte dello schermo.
Andrea D’Aurelio
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