
SULMONA. Diede della “zoccola” alla collega consigliera e la sua condanna è stata annullata dalla Corte di Cassazione. Nuovo capitolo per la vicenda giudiziaria che vede protagonisti l’ex sindaco e consigliere comunale, Bruno Di Masci e l’ex consigliera comunale, Roberta Salvati. I giudici capitolini hanno annullato la sentenza di condanna (900 euro di multa e 5800 euro di spese processuali) emessa dal giudice del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, rinviando gli atti alla Corte d’Appello dell’Aquila per pronunciarsi in merito e stabilire se l’epiteto configura cioè un’offesa e una diffamazione oppure una metafora che viene utilizzata in senso politico, come aveva sentenziato il giudice di pace, Gianna Cipriani, in primo grado. I fatti risalgono al 12 settembre 2018, il caso finì prima nel Consiglio comunale di Sulmona, poi in Procura. Di Masci era al telefono, impegnato in una conversazione privata, in un locale pubblico. Le sue parole furono registrate da una persona presente in quel momento la quale poi divulgò su WhatsApp il file audio che raggiunse anche il telefono della stessa Salvati. La posizione della persona che divulgò il file, inizialmente indagata, è stata nel frattempo archiviata. Di Masci era stato assolto dall’accusa di diffamazione il 12 ottobre 2023 dal giudice di pace, sentenza poi impugnata dalla Procura in Cassazione e dalla parte civile. Il nuovo verdetto era arrivato il 4 giugno 2024 con la sentenza ribaltata. Quindi il nuovo ricorso in Cassazione per l’ultimo grado di giudizio, presentato dall’avvocato Gianfranco Iadecola. Dai giudici capitolini è arrivato il nuovo colpo di scena: condanna annullata e parola alla Corte d’Appello. Le motivazioni e i termini della decisione della Cassazione saranno diffuse nei prossimi giorni









