SULMONA. “Attribuire la colpa ad una manovra dell’ex consigliere Gerosolimo, che avrebbe guidato nove consiglieri di opposizione a rassegnare le loro dimissioni, me compreso, è fantapolitica e fa torto alla verità”. Lo afferma in una nota l’ex consigliere comunale meloniano, Vittorio Masci, che assieme ad altri otto lo scorso 30 dicembre ha staccato la spina all’amministrazione Di Piero, firmando le dimissioni. “Se la caduta fosse dovuta al ritorno del consigliere Petrella, eletto nello schieramento civico di Gerosolimo, fra i banchi della opposizione, ritorno da quest’ultimo voluto, allora la maggioranza di centrosinistra dovrebbe ammettere, per la stessa logica, la inversa precedente volontà di Gerosolimo che, dopo essersi dimesso da consigliere comunale, avrebbe spedito il suo sostituto a puntellare la maggioranza, e l’amministrazione si
sarebbe retta grazie a lui” rimarca Masci, secondo il quale “avendo visione diversa da Gerosolimo ed
essendomi candidato in contrapposizione a lui, perché animato dalla illusoria volontà di riportare la
politica a palazzo San Francesco in vece del civismo, la ipotesi appare pura fantascienza”. “Così
ragionando il centro sinistra, e non è un buon segnale per la prossima campagna elettorale,
scarica la responsabilità dell’accaduto sulla opposizione, facendo finta di ignorare che il problema
è tutto al suo interno, avendo perso per strada ben tre consiglieri, peraltro fra i più votati,
divenendo di fatto in aula minoranza. Delle ragioni dell’accaduto si è fin troppo parlato e ritengo
indelicato, da avversario politico, parlarne ancora. Quanto alla firma improvvisa e collettiva di dimissioni, anche qui si fa disinformazione. È nota la mia contrarietà a questa soluzione, tanto da essere stato superficialmente tacciato di essere un occulto fiancheggiatore del sindaco, perché ritenevo utile, almeno per il futuro, discutere in aula, sede istituzionale, dell’accaduto. E se dal dibattito fosse scaturita una ricomposizione della maggioranza, con il recupero di qualche dissidente o quantomeno di qualche consigliere notoriamente di centrosinistra, pur se al momento collocato alla opposizione, o si fosse preso
invece atto della irreversibilità della situazione, si sarebbe comunque fatta definitiva chiarezza sulla
vicenda politica”- rincara Masci spiegando che “lo strumento della sfiducia è così stato sostituito da un ordine del giorno, non ammesso dal Presidente del Consiglio comunale, anche per volere della maggioranza e perché non previsto dal regolamento (ma se il Consiglio vuole, ed in questo è sovrano, nessuno avrebbe
potuto impedire di discuterne), che sollecitava le dimissioni del sindaco in difetto di una ricostituita
maggioranza. Ma il chiarimento è arrivato lo stesso e direttamente dal Sindaco, che ha avuto
l’onestà intellettuale, nel suo intervento finale, di dire che margini per la ricomposizione di una
maggioranza di centrosinistra non vi erano (nessuno ha opportunamente avanzato impraticabili
ipotesi di governi di salute pubblica). Ed allora, senza la possibilità di ricomporre una maggioranza
di governo, né nei venti giorni successivi ad eventuali dimissioni né nel tempo intercorrente fra la
eventuale mozione di sfiducia e la sua discussione, che senso aveva andare avanti? Meglio
tornare subito alle urne e dare nel giro di qualche mese una nuova amministrazione alla Città. Mi
auguro che chi ci succederà nel complicato compito di amministrare Sulmona, e spero sia una
nuova generazione, dell’accaduto faccia tesoro. Non basta mettere in piedi una forte e coesa
coalizione elettorale per vincere, ma occorre che sia tale anche per governare, provando a mettere
da parte gli esasperati personalismi che sono una delle componenti negative della politica della
nostra città”. “In ultimo, ma doverosamente, richiamando il momento più teso dell’intervento del
Sindaco Di Piero, non ho mai dubitato sulla onestà sua e della sua amministrazione e gli rinnovo
la mia stima personale”- conclude il meloniano