Anni di maltrattamenti e vessazioni che hanno portato il Tribunale ad allontanarlo dalla casa familiare. Ma lui, un 44 enne residente a Sulmona, ha negato tutto l’altro giorno davanti al giudice per le indagini preliminari, Marta Sarnelli, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, condotto alla presenza del suo avvocato, Alberto Paolini. Il Gip ha rigettato la richiesta di revoca della misura cautelare ma la difesa ha già prodotto ricorso d’urgenza al Tribunale del Riesame dell’Aquila, che a sua volta ha fissato l’udienza per il prossimo 18 luglio. Il 44 enne deve mantenere una distanza di 500 metri dai luoghi frequentati dalle persone offese, anche in caso di incontro occasionale. La contestazione della Procura configura l’ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia sistematici e abituali. Secondo l’imputazione il 44 enne avrebbe posto in essere condotte prevaricatrici nei confronti della consorte, alla presenza delle due figlie minori, tramite violenze fisiche (schiaffi), psicologiche, ingiurie e minacce. “Se mi lasci ti ammazzo. Prima le nostre figlie e poi te. In ospedale non ti riconoscerà nemmeno tua madre”- avrebbe detto l’indagato, presentando anche richieste di denaro necessario a comprare sostanza stupefacente di cui è assuntore, omettendo di contribuire adeguatamente al mantenimento delle figlie. Il tutto, sempre secondo Procura e Polizia, in un arco temporale che va dal 2011 all’11 giugno 2022, ovvero il giorno della lite, che ha portato l’autorità giudiziaria ad allontanarlo dalla casa familiare con il divieto di avvicinamento alle persone offese. Un quadro accusatorio che la difesa del 44 enne ritiene completamente artefatto. Nel corso dell’interrogatorio è stata prodotta documentazione che attesta l’inesistenza della tossicodipendenza da parte dell’uomo, come si evince dalla certificazione Asl che mette nero su bianco la completa assenza dei livelli droganti. E’ stato inoltre depositato il foglio matricolare dell’Inps attraverso il quale si attesta che l’indagato ha sempre lavorato e si trova in stato di disoccupazione da gennaio 2022. Per il giudice il tenore dell’interrogatorio ha confermato e dato solidità all’ipotesi di prevaricazione. Per cui si rende necessario l’allontanamento del soggetto dalla casa familiare. Da qui il rigetto dell’istanza di revoca, depositata dall’avvocato Paolini, che aveva chiesto di permettere al 44 enne di incontrare le figlie alla presenza dei nonni paterni. “Non esiste uno straccio di certificato medico, di referto e di testimonianze che possano documentare lo stato delle cose nella famiglia”- ribatte la difesa nel ricorso al Tribunale del Riesame che si esprimerà il prossimo lunedì. Una storia, al di là delle singole responsabilità, che conferma l’importanza di controllare certi fenomeni soprattutto sul piano culturale.
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