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SULMONA – “E’ la fine di un incubo durato quasi due mesi”. Non usa mezzi termini la 59 enne sulmonese, Anna Rita Di Cato, la parrucchiera guarita dal Covid-19 che racconta la sua battaglia contro il virus conclusasi solo qualche giorno fa con il ritorno alla vita di sempre, fermo restando le misure di prevenzione da attuare. Il quartiere di via Cornacchiola ha tirato un sospiro di sollievo l’altro giorno quando la saracinesca del suo salone si è rialzata. Anna Rita è tornata. Bionda, con il sorriso stampato sul volto e quella voglia di lavorare che il Covid non ha potuto scalfire, nonostante i due mesi di degenza ospedaliera presso il nosocomio San Salvatore dell’Aquila e la convalescenza domiciliare terminata con l’esito negativo dell’ultimo tampone di verifica. “Ci tengo a sottolineare che non si è registrato alcun contagio nella mia attività. Né i clienti né tantomeno i dipendenti hanno contratto il virus ma nemmeno la cerchia dei miei amici”- si sfoga Anna Rita pensando al tempo trascorso tra ospedale e isolamento a casa ma anche alla sua attività da rimettere a regime dopo la chiusura forzata. Anche lei, come tanti del resto, deve arrivare a fine mese e recuperare circa sessanta giorni di stop che pesano e come sotto il profilo economico. “Ci sono. Ho ripreso a lavorare e sono ripartita a pieno regime. Voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine, dalla famiglia a tutti gli amici, che non mi hanno fatto mancare vicinanza e solidarietà”- aggiunge la parrucchiera per raccontare poi i siparietti in ospedale, quando i sanitari le hanno chiesto, per sdrammatizzare, di fare i capelli a tutti in reparto. “Ho trovato dei medici eccezionali, molto umani e preparati che hanno allievato le nostre preoccupazioni. Anche perché lì il tempo non passava mai”- confessa Anna Rita ripensando alla sera del 18 agosto e alla telefonata con il suo medico. “Hai una voce che non mi piace” le disse il suo dottore di fiducia chiedendo accertamenti più approfonditi in ospedale. Poi l’accertamento della polmonite e del contagio fino al trasferimento all’Aquila. Oggi quei giorni concitati sono solo un brutto ricordo che la parrucchiera vuole buttarsi dietro le spalle per ricominciare a vivere e a lavorare. I suoi clienti e dipendenti sono risultati tutti negativi. La saracinesca si riapre e si ricomincia da dove tutto si era fermato. Perché la vita, nonostante il virus, continua.

Andrea D’Aurelio

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