SULMONA – Dopo il caso del 53 enne di Castel Di Sangro ricoverato nel reparto di rianimazione, si tira un respiro di sollievo all’ospedale di Sulmona, per i due tamponi negativi che riguardano operatori sanitari del locale nosocomio. Uno dei due, in servizio nel reparto di ortopedia, è entrato in contatto con una parente residente in un comune del teramano appena due settimane fa. Decorsi i giorni di quarantena obbligatoria, che ha trascorso in reparto non avendo alcun sintomo, ha deciso comunque di sottoporsi al tampone, per sgomberare il campo da ogni dubbio. Non è Coronavirus. Stessa procedura è scattata per un altro operatore, entrato in contatto con il collega. Il riscontro scientifico, anche in questo caso, ha escluso il contagio. La vicenda merita comunque di balzare alle cronache dopo i reiterati appelli dei “tamponi a tappeto†per gli operatori sanitari, eroi in corsia per fronteggiare l’emergenza in atto, ma esposti in prima persona al contagio da Covid-19. L’incremento del numero dei test sul territorio è stato chiesto dalla consigliera regionale Marianna Scoccia, a fronte di soli venti tamponi effettuati in Valle Peligna. La Scoccia ha chiesto di intercettare gli asintomatici e il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, ha rilanciato l’appello puntando l’accento proprio sugli operatori sanitari a vario titolo. Anche le sigle sindacali si erano espresse in tal senso mentre il Tribunale per i diritti del Malato, per il tramite della sua coordinatrice Catia Puglielli, suggerisce alla Asl di disporre la quarantena obbligatoria o di sottoporre a tampone tutti i sanitari entrati in contatto con il 53 enne di Castel Di Sangro, ricoverato nella stanza a pressione negativa del reparto di rianimazione. “Il ricovero di un paziente Covid-19 nell’ospedale di Sulmona ha destato molta preoccupazione all’interno del nosocomio tra i mediciâ€- interviene la Puglielli- “una preoccupazione che tuttavia potrebbe essere in qualche modo placata se la Asl pensasse di sottoporre il personale sanitario entrato in contatto con questo paziente a tampone o quantomeno verificare, tramite le analisi del sangue, il sistema immunitario. Questa sarebbe sicuramente una scelta ottimale che permetterebbe di lavorare tutti in tranquillità e serenità e comunque dà garanzie di sicurezza anche per tutta la cittadinanzaâ€. E’ notizia di ieri che tra i sei nuovi casi positivi in provincia all’Aquila c’è anche un operatore socio sanitario in forza al reparto di geriatria dell’ospedale San Salvatore che è stata a contatto con il 69enne di Castel Di Sangro appoggiato dopo il ricovero nella struttura in attesa del tampone, poi trasferito a malattie infettive e in ultimo in terapia intensiva, dove è morto ieri mattina. La richiesta che arriva da volontari e istituzionali è a scopo cautelativo e precauzionale per una migliore gestione dell’emergenza Covid.
Andrea D’Aurelio