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L’AQUILA – Come in tutte le elezioni che si rispettano….è un pullulare di candidati provenienti dalle forze dell’ordine, soprattutto dalla Penitenziaria. La motivazione di questa pratica che si ripete è da ricercare nell’articolo 81 della legge 121 del 1981, che garantisce 30 giorni di esenzione dal servizio agli “appartenenti alle forze di polizia candidati ad elezioni politiche o amministrative” e quindi “posti in aspettativa elettorale retribuita!!

Nel 2016 a Carapelle Calvisio, un piccolo comune in provincia dell’Aquila con 85 abitanti effettivi e 67 elettori, si sono presentati 62 candidati in 7 liste: 4 di queste erano composte in larga maggioranza da poliziotti, carabinieri e agenti carcerari residenti fuori Regione.

Un fenomeno che però a ridosso dei mesi di ferie rischia di mettere in difficoltà le già annose carenze di organico. Al carcere “Le Costarelle” di Preturo, all’Aquila, ad esempio, sono 37 su 180 gli agenti che si sono candidati alle prossime amministrative. Solo grazie alla presenza del GOM, noti per l’osservanza a una “deontologia non scritta”, non si è rischiato il collasso.

Situazione simile anche a Sulmona (L’Aquila), dove 40 su 262 agenti godranno di un mese di aspettativa speciale e retribuita per via delle elezioni; un numero comunque in linea con gli scorsi anni.

Fa eccezione Avezzano, sempre in provincia dell’Aquila, dove nessun uomo della Polizia penitenziaria si è candidato.

Già nel luglio scorso, il segretario generale Uil Pa Abruzzo, Franco Migliarini, in una nota aveva sottolineato: “In pieno periodo feriale e con una possibile ulteriore e forte decurtazione di organici per via delle conseguenti aspettative speciali che saranno ‘imposte’ agli uomini in divisa che decideranno di candidarsi, ci sarà veramente di che preoccuparsi. Tutti, dalle questure ai commissariati; dagli istituti di pena alle varie stazioni, compagnie e comandi delle restanti forze armate potrebbero, atteso il fatto che le tante aspettative da candidatura si andrebbero a sommare a quelle di chi si ritrova a stare in ferie, vivere uno dei periodi più neri che la loro storia recente, si spera di no, annovererebbe. In tali casi ci si chiede chi gestirà la sicurezza pubblica, degli istituti di pena e, non per ultimi, i seggi elettorali”.

Negli anni i sindacati hanno chiesto la modifica dell’articolo 81 della legge 121 del 1981, che obbliga gli appartenenti alle forze di polizia, di mettersi in aspettativa speciale in caso di candidatura politica, denunciando la difficoltà di dare un servizio efficace ad ogni tornata elettorale, soprattutto alla luce delle criticità già presenti.

Questa pratica è diffusa anche in altri Corpi. Il motivo è che se un agente che lavora a Roma si presenta in una lista per il Comune dell’Aquila, ma non viene eletto, non può fare domanda di trasferimento per tre anni, causa incompatibilità. Al contrario verrebbe trasferito per seguire la vita amministrativa. E normalmente in Polizia ci vogliono circa 20 anni di servizio per essere trasferiti.

saranno sempre di più, perché la graduatoria si allunga, ma c’è un lato positivo: l’abbassamento dell’età nelle Questure italiane”.

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