Un dipendente comunale è risultato positivo al covid, pertanto alcuni esponenti della Giunta sono stati messi in quarantena precauzionale in attesa di tampone. Il capoluogo è alle prese con un’ondata di casi positivi al Covid come non si erano visti nemmeno durante la fase cruciale della pandemia.
Pare che tutto sia partito da due feste, dove non sono stati rispettati distanziamenti e uso delle protezioni che hanno portato alla chiusura di diverse attività dedicate alla ristorazione. Un contagio in una palestra molto frequentata, casi positivi anche all’Università degli Studi dell’Aquila che hanno portato alla chiusura di alcune aule e dipartimenti dell’ateneo.
A questo si aggiunge una sorta di psicosi che ha portato la cittadinanza a creare lunghe code davanti il Dante Labs dove, senza prenotazione, è possibile effettuare i tamponi.
Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha lanciato un appello alla responsabilità.
“Nella nostra città” scrive il sindaco “per settimane, mesi in realtà, è stato registrato un bassissimo indice di contagio. A lungo questo territorio è stato Covid free grazie al rispetto rigoroso dei comportamenti suggeriti dalle autorità sanitarie. L’Aquila, durante e dopo il lockdown, ha mostrato maturità e altissimo senso civico. Valori che hanno consentito di affrontare un periodo estivo contrassegnato da una semi normalità, con tantissimi eventi da luglio a metà settembre, addirittura derogando al limite di spettatori imposto dalle normative nazionali. Da alcuni giorni, però, assistiamo a un innalzamento della curva dei contagi da coronavirus. Nella serata di giovedì è riunita l’unità di crisi comunale: una riunione a cui hanno partecipato vertici Asl e della Protezione civile regionale. Tutti hanno convenuto sulla necessità che il senso di responsabilità e di prudenza prevalga nei comportamenti dei cittadini. Un appello che oggi il Capo dello Stato ha ribadito sui media, affinché l’attuale situazione relativa ai contagi non peggiori ulteriormente, con conseguente, possibile, rischio di aggravamento delle restrizioni governative nonché delle strutture sanitarie che hanno alle spalle mesi di lavoro e pressioni di dimensioni titaniche. Le armi per contrastare la pandemia le conosciamo, le conoscete tutti, ma al contempo è importante mantenere lucidità e razionalità, per non generare panico che nelle situazioni di emergenza non fa altro che alimentare criticità, paure (spesso ingiustificate) e decisioni irrazionali. Consapevole conoscenza del rischio, prudenza, condotte assennate: bastano pochi accorgimenti per tutelare la salute, propria e quella pubblica. Seguiamoli, per noi, per i nostri figli, per i nostri genitori, per i nostri nonni, ma anche per chi non conosciamo. Perché la salute non è tutto, ma senza salute il tutto è niente”.
Polemiche anche dal fronte delle mamme: bambini male da giorni, prima l’attesa per fare il tampone, poi quella per avere i risultati. “Intanto noi mamme perdiamo giorni di lavoro e nessuno visita i nostri figli”.
Se un bambino manifesta un piccolo sintomo, si chiama il pediatra che, però, non lo visita ma deve per legge prescrivere il tampone. Inizia l’attesa. Con il rientro a scuola e le temperature spesso basse di questi giorni il ritorno dell’influenza era ampiamente previsto. E, purtroppo, era prevedibile anche il caos per laboratori pubblici e privati.
Il primario di Rianimazione del San Salvatore dell’Aquila Franco Marinangeli afferma: “Non lasciamo che l’ansia prenda il sopravvento. Attenzione alta e seguire le regole. Il G8 è stato riaperto 2 settimane fa, e rimarrà aperto perché la nostra strategia è quella di una diagnosi precoce e un trattamento precoce che è il modo per assicurare la prognosi migliore in termini di sopravvivenza. Tra le 400 persone che si sono presentate per fare i tamponi, magari chi non è riuscito ne aveva necessità e 200 invece sono quelle che sono state prese dal panico perchè hanno avuto un contatto con un positivo 2 giorni fa. La gente deve capire che non va bene partecipare alle feste e poi scappare il giorno dopo a fare il tampone, come se potesse essere la soluzione al problema o al non aver rispettato le regole. Qualora dovessero esserci stati contatti, sarà la Asl 1 a fare da tramite e a gestire la situazione, contattando per l’eventuale quarantena/isolamento fiduciario, non dobbiamo andare noi a fare il tampone”.
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