SULMONA – Insegne e luci spente, le saracinesche abbassate e gli avventori alla spicciolata che si siedono sui tavoli all’aperto. E’ l’immagine della prima serata di “coprifuoco†in città come effetto dell’ordinanza del Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha previsto una serie di misure restrittive per tre comuni peligni. I locali sono chiusi e la città si spegne mentre di tanto in tanto si intravede un gruppo di persone che onora il cosiddetto “struscio†di corso Ovidio, magari per prendere un po’ d’aria o per controllare di persona la situazione. Una Sulmona ridimensionata per bloccare il contagio, o meglio ancora, per fermare l’economia come sostengono gli intervistati della nostra raccolta di opinioni. Si esce aspettando la mezzanotte che, tecnicamente, segna un nuovo giorno. I baristi infatti si sono organizzati per riaprire. Nel frattempo la Regione Abruzzo spiega l’ordinanza che ha confuso addetti ai lavori e non solo, dando tutte le delucidazioni richieste da esercenti e istituzioni dopo le reazioni a catena. “Gli esercizi commerciali per i quali è richiesta, per il termine di 7 giorni, la chiusura anticipata alle ore 20.00 sono bar e altri esercizi simili senza cucina, ossia pub, birrerie, caffetterie, enoteche; gelaterie, pasticcerie, pizzerie al taglio; esercizi specializzati di commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco; esercizi non specializzati di commercio al dettaglio con prevalenza di prodotti alimentari e bevande, quali ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimentari vari, commercio al dettaglio di prodotti surgelatiâ€- spiegano dalla Regione mentre sono escluse dalla misura restrittiva ma soggette all’obbligo della registrazione le attività di ristorazione con somministrazione, che dispongono di posti a sedere e le attività di ristorazione connesse alle aziende agricole. Ancora sei giorni di restrizioni prima di decidere il da farsi. Nonostante la “parafrasi” dell’ordinanza restano ancora troppe le domande aperte con le forze dell’ordine che ora dovranno subire l’imbarazzo di far rispettare un provvedimento che non è ben disciplinato.
Andrea D’Aurelio