SULMONA – Tre offerte per due posti da Dirigente medico nel reparto di Oncologia per gli ospedali dell’Aquila e di Sulmona. La Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila ha proceduto, con deliberazione numero 145 del 24 gennaio 2020, alla costituzione della commissione per l’avviso di mobilità regionale e interregionale per la copertura di due posti da Dirigente medico. Fanno parte della commissione, che dovrà vagliare le tre documentazioni ed accertarne la validità, la dottoressa Maria Simonetta Santini, la dottoressa Sabrina Cicogna e il dottor Corrado Ficorella. Dei tre candidati, ammesso che tutte le domande siano valide, uno sarà escluso. L’azienda sanitaria aveva diramato un avviso di mobilità esterna, regionale e interregionale fra aziende ed enti comparto sanità, per la copertura di due posti vacanti da assegnare all’unità operativa complesso di oncologia dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila e dell’unità operativa semplice del nosocomio peligno che è quello più sofferente in termini di organico. Il reparto, in piena emergenza e vicino al collasso, sta operando con una sola unità in servizio, legata alla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila da un rapporto di lavoro a tempo determinato. Il contratto scadrà il prossimo mese di febbraio tant’è che i malati oncologici, che lo scorso anno avevano già promosso assieme al Tribunale per i diritti del Malato una petizione per chiedere il potenziamento dell’organico, sono sul piede di guerra. Gli utenti di oncologia, ritenuto che sia arrivato il momento di passare ai fatti, hanno annunciato agli operatori e agli addetti ai lavori iniziative di protesta che sarebbero disposti a mettere in campo anche a breve se l’imbarazzante situazione non si risolverà. Nelle 161 visite effettuate in venti giorni sono esclusi i piani terapeutici e le altre prestazioni che servono un vasto bacino d’utenza, da Roma a Pescasseroli, passando per Opi e per varie località montane. Un reparto che riveste un ruolo così delicato, per i malati oncologici, non può essere tenuto in attività con un solo medico e con carichi di lavoro eccessivi che si vanno a ripercuotere inevitabilmente sulle loro esigenze e terapie.
Andrea D’Aurelio
Riproduzione riservata