
Va male la messa alla prova e l’imputato va a processo. Protagonista della vicenda giudiziaria è un 30enne di Sulmona, A.R., finito nella rete della giustizia per la faida familiare tra sei persone. La sua posizione era stata inizialmente stralciata per la messa alla prova che non ha avuto esito positivo. Per questo il giudice, Irene Giamminonni, ha disposto di procedere a suo carico con il giudizio. Il 30enne è accusato di violenza privata per aver minacciato una 50enne, costretta a lasciare un’attività commerciale dopo essere stata intimidita. Per gli altri sei imputati il processo di primo grado si è chiuso nei mesi scorsi con condanne che vanno da 1 anno e 9 mesi a 8 mesi di reclusione. I fatti risalgono al 2023 quando la squadra anticrimine del commissariato di Sulmona si era recata a casa di una 51enne per la perquisizione domiciliare che aveva permesso agli inquirenti di sequestrare i telefoni cellulari in uso a quattro dei sei imputati. E dalle analisi dei tabulati e dalla trascrizione dei messaggi whatsapp la polizia era riuscita a documentare le minacce e la tentata estorsione, poi caduta nel corso del processo.