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SULMONA – Va avanti a colpi di comunicati stampa il braccio di ferro tra il Pd e la lista Fare Sulmona che corre con il candidato sindaco, Andrea Gerosolimo. Dopo i dubbi sollevati dai dem sulla candidatura “inopportuna” dell’assessore uscente, Salvatore Zavarella, in relazione al suo contenzioso con la società partecipata, si  è scatenato un botta e risposta che sembra non avere fine. Di seguito la nota di Fare Sulmona:

“Il riferimento alle oche sacre della Dea Giunone, da parte del Pd sulmonese, che grazie al loro starnazzare salvarono Roma dall’invasione dei barbari, pone in evidenza il fatto che i garanti della trasparenza amministrativa si preoccupano della vittoria dei barbari sul mondo classico ovvero della romanità.E in effetti il riferimento anzidetto appare del tutto calzante al modus operandi del novello, anche se fin troppo maturo, Pd sulmonese, che con ostracismo si oppone ai barbari, dal greco “barbaros” ossia straniero, alla gestione della cosa pubblica della città di Sulmona. I barbari invece con umiltà e spirito di comunità hanno raggiunto risultati che la città attendeva da anni, al contrario il mondo classico del Pd per attestare la sua esistenza in vita ha preferito e preferisce inveire contro tutto e tutti, divaricando anche quel limite che dovrebbe esistere nel giudicare l’agire di un politico tra vita pubblica e privata. E non si dica che la vita privata e lavorativa nel caso specifico ha delle commistioni con la vita pubblica, in quanto le incompatibilità sono determinate dalla legge dello stato italiano, a meno che gli strali del Pd di Sulmona non sia stati assunti a fonte del diritto.Tuttavia, il circolo del pd cittadino, che ha fatto “pulizia radicale “(cit.), prima di erigersi a censore di candidature e condotte morali farebbe bene ad operare un’attenta analisi al suo interno. Diversamente, ha preferito mettere in moto la macchina del fango al fine di delegittimare e screditare “l’avversario” politico attraverso la determinazione di presunte verità da inculcare nel giudizio dell’opinione pubblica. Nulla di nuovo, d’altronde i detentori delle verità assolute, i custodi del bene comune, inteso come dicotomia classica dell’etica precostituita tra bene e male, in cui il bene è reso dalle loro convinzioni, hanno ancora una volta gonfiato il petto con le loro inscalfibili certezze. Tuttavia, la storia, che ha come obiettivo primario di non ripetere gli errori del passato, sembra non abbia generato quelle riflessioni necessarie e minime nel Pd Sulmonese che, qualora fossero state fatte, avrebbero consentito di evitare di inciampare nelle contraddizioni dialettiche rese negli ultimi comunicati.In particolare, la politica, che dovrebbe essere il campo per eccellenza del confronto delle idee, viene confusa e fusa artatamente con vicende personali e lavorative che nulla hanno a che fare con essa. Pertanto, a questo punto lo scopo subdolo è oramai chiaro violentare in tutti i modi possibili coloro i quali propongono qualcosa per la città a fronte di un’offerta politica che fino ad oggi manca delle sue basi fondamentali. Gli amanti dei riferimenti storici, che preferiscono celarsi dietro l’egida del simbolo del Pd, dovrebbero però ben sapere che il presente della coalizione “liberamente Sulmona” ha un sapore fin troppo conosciuto da potersi sottrarre ed esimere dal giudizio sulla storia della città, difatti tra i tanti attori principali, oggi assunti ed autoproclamatisi nuovi paladini della legalità, appare sufficientemente facile annoverare personaggi che hanno avuto ruoli determinanti nel passato, non troppo remoto, della città di Sulmona. Oggi liberi di mente, ieri, stando agli archetipi del Pd sulmonese, soldati e sodali dei barbari. Non vorremmo che, ma appare abbastanza evidente che dopo questa piccola analisi e riflessione, gli amanti della moglie di Cesare siano proprio loro”. (a.d’.a.)

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