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SULMONA – Uno shock emorragico sarebbe alla base della morte di Filippo Recchione, il 61 enne di Sulmona macchinista di Trenitalia, morto ieri nell’ospedale cittadino dopo l’aggressione subita due mesi fa nella sua abitazione della zona peep. E’ quanto ha stabilito l’esame autoptico eseguito nel pomeriggio dall’anatomopatologo Luigi Miccolis che ha rilevato anche una frattura all’orbita e allo zigomo. Non si ha ancora la certezza che lo shock emorragico è compatibile con le lesioni riportate dalla vittima dopo l’aggressione. Al momento c’è solo l’ipotesi che basta però agli inquirenti per indagare per omicidio preterintenzionale. “Si tratta di un caso delicato. Dobbiamo confrontare il quadro preesistente con quello attuale per essere più precisi”- ha detto il medico legale Miccolis. Il particolare che emerge solo in queste ore è che Recchione, poco prima di morire, aveva subito un intervento chirurgico all’ospedale di Sulmona. Il decesso in ogni caso aggrava la posizione del giovane indagato, un 26 enne di Pacentro, il fidanzato della figlia. L’ipotesi di reato è quella di omicidio preterintenzionale. Il giovane, assistito dall’avvocato del foro di Sulmona, Serafino Speranza, avrebbe reso la sua dichiarazione spontanea davanti agli uomini della Squadra Anticrimine del Commissariato P.S. di Sulmona, coordinati dall’ispettore superiore Daniele L’Erario, che si sono occupati del caso e al Comandante dei Carabinieri della stazione di Pacentro. Si sarebbe sentito anche accerchiato a seguito degli interrogatori a cui erano state sottoposte le persone a lui vicino. Così il 26 enne avrebbe riferito che quella notte sarebbe entrato a casa del “suocero” e, probabilmente in seguito a una colluttazione, lo avrebbe aggredito per poi lasciare l’appartamento. il gesto sarebbe legato al fatto che l’ex ferroviere non guardava di buon occhio la relazione del ragazzo con la figlia. Ma le indagini vanno ancora avanti e dovranno accertare se quello shock si può associare o meno all’aggressione.

Andrea D’Aurelio

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