
La Corte di Cassazione ha condannato la ASL 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila per demansionamento ai danni di tre infermieri, riconoscendo la lesione della loro dignità professionale. La vertenza, sostenuta dalla FIALS L’Aquila e dagli avvocati Deborah Di Pasquale e Stefano Lopardi, ha segnato un importante precedente giuridico in tema di tutela del ruolo infermieristico. La Suprema Corte ha stabilito che agli infermieri non possono essere imposte mansioni inferiori o totalmente estranee alla loro professionalità, se non in casi marginali, occasionali e giustificati da oggettive esigenze di servizio. «Il demansionamento è una delle peggiori violazioni che un datore di lavoro possa compiere. Questa sentenza restituisce dignità agli infermieri e ai lavoratori del comparto sanitario», dichiara la Segreteria Provinciale FIALS. Il risarcimento riconosciuto è di circa 15.000 euro per ciascun lavoratore, pari al 6% della retribuzione annua per ogni anno di demansionamento. La sentenza arriva dopo una prima condanna in Corte d’Appello e sottolinea la responsabilità della ASL nel non aver rispettato l’obbligo di assegnare il personale alle mansioni previste dal contratto collettivo nazionale. La FIALS denuncia inoltre che, nonostante alcuni miglioramenti, in molte Unità Operative persistono situazioni critiche: infermieri e tecnici costretti a svolgere compiti degli OSS, e medici a coprire ruoli infermieristici. «I lavoratori che subiscono umiliazioni professionali troveranno sempre il nostro appoggio. La battaglia per il rispetto dei diritti continua», affermano i rappresentanti sindacali Salvatore Placidi, Marcello Ferretti e Simone Tempesta. La FIALS ha avviato nuovi ricorsi legali, anche per i tecnici di radiologia e per il riconoscimento del buono pasto, e invita tutti i lavoratori che si sentono demansionati a contattare i referenti sindacali per ricevere assistenza.