
SULMONA. Il collegio del Tribunale di Sulmona, presieduto dal giudice, Pierfilippo Mazzagreco, ha disposto una perizia nell’ambito del processo che vede imputate quattro persone, tra cui due finanzieri, accusati a vario titolo di usura e favoreggiamento. I giudici hanno disposto accertamenti tecnici per valutare l’attendibilità delle intercettazioni effettuate dagli inquirenti che avevano portato al rinvio a giudizio dei quattro imputati. Si tratta di un operaio sulmonese, M.D.G, E.S. (relativamente a un caso) e di due appartenenti alla guardia di finanza: T.T.e M.T.. La prima è imputata per il concorso in usura, mentre l’accusa rivolta al co imputato è quella del favoreggiamento. Un’indagine lunga dieci anni, operata dalla stessa guardia di finanza. I fatti risalgono al periodo intercorso tra il luglio 2013 e il maggio del 2016, con tre commercianti sulmonesi che erano finiti nel giro dell’usura con tassi che avrebbero toccato il 285% di interessi. A far scattare l’inchiesta era stata la movimentazione sul conto corrente acceso in un istituto bancario locale, su cui operava D.G. In appena un anno (tra il 2015 e il 2016), secondo l’accusa, l’uomo aveva effettuato 23 operazioni di versamento assegni “tratti da soggetti diversi per 43.953 euro complessivi”. Operazioni troppo sospette, considerando anche l’impiego dell’imputato. A queste se ne aggiungono, nello stesso lasso di tempo, 25 di prelevamento per ben 41.850 euro. Per quanto riguarda i prestiti, secondo la ricostruzione di una delle vittime, a fronte di un prestito di 15.000 euro l’uomo aveva ricevuto gli interessi con sei rate da 3.150 euro. Un altro prestito da 40.000 euro, invece, prevedeva una somma da restituire di 49.500 euro con ratei mensili da 5.500 euro. A M.T. si contesta di aver aiutato l’operaio ad eludere l’attività d’indagine, mentre agli altri due imputati il concorso in usura.