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SULMONA – “Ho deciso di chiudere prematuramente il mandato amministrativo”. C’è un passaggio che più degli altri colpisce nella nota del sindaco Annamaria Casini che per la seconda volta rassegna le sue dimissioni e non lascia adito ad equivoci o fraintendimenti. I venti giorni previsti dalla legge passeranno e forse anche in fretta senza che lei, la Casini, si ravveda questa volta dalla sua decisione. Il Comune di Sulmona è sempre più vicino a un nuovo commissariamento. Quello che non si riesce a capire è a cosa servirà il vertice di maggioranza convocato per lunedì 13 agosto. Se ogni amministrazione passerà alla storia per qualcosa, quella guidata da Annamaria Casini sarà ricordata come l’amministrazione in perenne verifica. Di vertici di maggioranza che si chiudono con un documento d’unione d’intenti ce sono stati a dismisura, l’ultimo qualche settimana fa con il famoso documento firmato da nove consiglieri. Ma a distanza di 72 ore quella stessa maggioranza non aveva i numeri per affrontare un Consiglio Comunale. Passa qualche settimana e all’interno della stessa maggioranza arrivano le richieste di dimissioni, di prendere atto che Sulmona ha bisogno di un’amministrazione più forte. La presa d’atto alla fine è arrivata ma cosa si dovranno dire sindaco e consiglieri nel day after, quando sostanzialmente la scelta è stata già presa? Forse quell’ennesimo vertice, forse l’ultimo, servirà per guardarsi in faccia, dividersi le responsabilità perché quando fallisce un progetto amministrativo la ragione non sta mai solo da una parte. Eppure, stando alla prima analisi, la responsabilità è stata scaricata sui consiglieri giovani, sulle beghe politiche, sui vecchi soloni della politica. Ma quando le cose non vanno il fallimento è di tutti. Di chi ha concepito e partorito un progetto civico, di chi doveva essere la punta dell’iceberg, di chi doveva sostenere e non ha sostenuto, di chi ha messo al primo posto le ambizioni politiche agli interessi della città. Se il vertice di lunedì servirà a rispondere a queste domande e soprattutto a trovare delle risposte allora si che chi esce può mantenere la testa alta. Poi in politica si sa che tutto può accadere. In un’intervista a Onda Tg Annamaria Casini aveva detto a chiare lettere che avrebbe fatto il sindaco fino alla fine. Solo lei ora sa se quest’esperienza amministrativa è giunta o meno al capolinea anche se , stando al suo ultimo sfogo-reso conto non sembra esserci ombra di dubbio. Il Comune scambiato come tavolo di poker, l’uscita dall’aula consiliare, il ringraziamento a quanti l’hanno sostenuta fino alla fine, il richiamo ai traditori. Sembra proprio una lettera d’addio.. politico s’intende.

Andrea D’Aurelio

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