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SULMONA – Dalla convenzione con l’Unione dei comuni della Bassa Romagna all’Upd ( Ufficio procedimenti disciplinari). Il Comune di Sulmona cambia registro sui furbetti del cartellino. La convenzione stipulata nel 2016 è scaduta e l’iter avviato dal funzionario pubblico dell’Unione dei comuni della Bassa Romagna Silvia Kranz è in stand by dal momento che ora da Palazzo San Francesco si procederà a stretto giro alla costituzione dell’Ufficio dei procedimenti disciplinari. Eppure la Kranz era andata in Procura assieme al sindaco per accedere agli atti e conoscere lo stato dell’arte. Tutto da rifare. “A giorni affronteremo la questione dell’Upd”- spiega l’assessore comunale Cristian La Civita- “ma mi corre l’obbligo precisare che questo è un compito puramente tecnico e noi come politica non c’entriamo. Deve essere un lavoro svolto dai tecnici dal momento che si tratta di provvedimenti disciplinari previsti dalla normativa”. Il filone disciplinare è quello che resta in piedi assieme alle richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica di Sulmona. Si è chiuso invece il fronte amministrativo con la citazione a giudizio di 18 dipendenti comunali da parte della Procura della Corte dei Conti. Per altri sei, ai quali era arrivato l’invito a dedurre da parte del procuratore generale della magistratura contabile aquilana Erika Guerri, è stata decisa l’archiviazione parziale. Tutto è iniziato con un esposto fatto arrivare alla Guardia di Finanza, proprio da un dipendente del Comune, in cui si evidenziava il cattivo comportamento di molti colleghi che erano soliti assentarsi illecitamente dal proprio posto di lavoro senza permesso, anche con un uso fraudolento del badge per il monitoraggio degli orari di entrata e di uscita dal lavoro. Dall’11 febbraio fino all’8 aprile 2016 a Palazzo San Francesco e dal 2 maggio fino al 13 giugno 2016, nella sede di via Pansa, quando il Comune era in mano al commissario prefettizio, i finanzieri si sono affidati a tre telecamere che hanno ripreso tutti gli spostamenti dei dipendenti sia in entrata che in uscita dalle sedi di lavoro. Se la Corte dei Conti e la Procura hanno stralciato alcune posizioni, l’inchiesta disciplinare potrebbe rimettere tutto in discussione. In quel caso fa fede il regolamento comunale.

Andrea D’Aurelio

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